The Music Of – Sofia Coppola tra il vintage e l’anacronismo

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Di Gabriele La Spina

Se nel recente L’inganno vige la quasi totalità di silenzio, a parte il leggero accenno di una rielaborazione del “Magnificat” di Monteverdi da parte dei Phoenix, nel cinema di Sofia Coppola l’aspetto musicale è stato caratterizzante, e in diversi casi il fattore che ha scatenato l’iconicità della sue scene. Perché la Coppola, nonostante quello che si possa pensare, è anche la regista dei contrasti.

Mio padre amava l’opera“, rivela la regista durante un’intervista a Esquire, “Mi ricordo che la colonna sonora di The Jailer Harder They Come, veniva ascoltata molto a casa“. Ma a differenza dell’album di  Jimmy Cliff, nel cinema di Sofia Coppola è da sempre la musica pop, a volte pressante, a fare da marchio. Partendo dal suo debutto, Il giardino delle vergini suicide, coming of age ambientato negli anni ’70, dove per la ragazze che vivono in una torre d’avorio a causa dell’eccessiva protezione dei genitori, il giradischi è l’unico rifugio. La Coppola inizia il sodalizio con Brian Reitzell, poi proseguito fino ad oggi. “La maggior parte delle canzoni di quella colonna sonora sono classici“, dice la Coppola sul film del 1999. Si tratta infatti di un lavoro impressionante che ha unito i brani di Carole King, Bee Gees, Boston, Sloan, Al Green e Todd Rundgren, alcuni interpreti che saranno ricorrenti nella produzione della regista, nonché alcuni brani composti appositamente per il film dagli Air.
Ma dopo il racconto dal fascino prettamente decadente, arriva Lost in Translation, pellicola più poetica e mondialmente riconosciuta della regista, dove seguiamo le vite di due personaggi soli che si ritrovano in una cultura che non gli appartiene, l’uno come unico legame con la realtà per l’altro. La Coppola ha sempre espresso il suo legame con il personaggio interpretato da Scarlett Johansson, “mi ricorda i miei vent’anni”. E i brani della colonna sonora rispecchiano quella stessa vacua malinconia, esempi calzanti sono “Girls” dei Death in Vegas e “Just Like Honey” dei The Jesus and Mary Chain, che si uniscono alla selezione direttamente derivata dall’adolescenza della Coppola, con Kevin Shields, Sébastien Tellier, My Bloody Valentine e The Pretenders.
Se in ogni sua pellicola le musiche si sono amalgamate con estrema naturalezza alla narrazione, in Marie Antoinette il contrasto di apportare musiche pop e scene ambientate nella seconda metà del 700, alla Corte di Versailles, avrebbe rischiato un effetto stridente; eppure così non è stato. Chi avrebbe mai pensato di sentire un brano dei New Order in una festa di corte? L’intento della Coppola era di creare un nuovo teen movie romantico, del tutto anticonformista, un biopic non biopic, al limite dell’anacronismo. La mastodontica colonna sonora di Marie Antoinette comprende infatti brani di The Strokes, The Cure, The Radio Dept., Air. Tutto è perfettamente centrato, e in totale disaccordo con chi rimprovera la scelta estetica, è innegabile l’originalità di riprodurre del brano dei Bow Wow Wow, “I Want Candy”, durante uno dei momenti di ingordigia e di frivolezza della regina.

Tutt’altro il registro di Somewhere, considerato il film testamento della regista, dove si prende una pausa da Reitzell, la colonna sonora ha uno spazio più di cornice, dove molti dei momenti musicali sono riprodotti per via indiretta. Sentiamo “Cool” di Gwen Stefani mentre Elle Fanning pattina sul ghiaccio, e “My Hero” dei Foo Fighters mentre due gemelle spogliarelliste si esibiscono per Stephen Dorff. Nel ritratto famigliare e romantico della Coppola, vi è spazio anche per un brano originale dei Phoenix, dal titolo “Love like a Sunset”. Ma è “I’ll Try Anything Once” di The Strokes, il brano manifesto della pellicola, “Ho tanto a cuore questo brano“, rivela la regista, “durante la post-produzione sentivo la canzone e immagini e musica si univano perfettamente“.
Nel 2013 torna per lei Reitzell, e dopo colonne sonore prettamente vintage, sempre in bilico tra i ’70 e gli ’80, assembla una selezione più moderna per Bling Ring, doverosa per raccontare le peripezie di queste moderne e alternative Robin Hood. Kanye West, Frank Ocean, Sleigh Bells, Rye Rye, M.I.A., sono artisti nuovi al cinema della Coppola, ma giustamente c’entrati nella narrazione, “La musica in quel film è meno personale. L’Hip-Hop non è la mia specialità, mi piace un po’, ma non è nel mio DNA“, sottolinea la Coppola. Il brano degli Sleigh Wells, al limite del fastidio, apre con rudezza così la sua pellicola, presagendo che avremo a che fare con personaggi difficili da amare. Alla colonna sonora collaborano nuovamente i Phoenix con il brano originale “Bankrupt!”.
Un’imprevedibile parentesi prima di The Beguiled, è stata infine A Very Murray Christmas per Netflix, una sorta di show natalizio che si rifà agli stessi programmi che la Coppola ammirava durante la sua infanzia. Un’ironico mix di brani natalizi, stemperati da situazioni comiche assurde, qui sono però gli stessi interpreti a eseguire i brani, tanto da poter essere considerato come il primo musical della regista. Capitanati da Bill Murray, vediamo esibirsi George Clooney, Miley Cyrus, Amy Poehler, Julie White, Chris Rock, Jason Schwartzman, Rashida Jones, Jenny Lewis e Maya Rudolph.
Le storie e i protagonisti di Sofia Coppola hanno vissuto da sempre in un limbo sospeso tra sogno e realtà, vittime della solitudine, le musiche hanno rappresentato l’evasione dei loro pensieri. Nel sussurrato The Beguiled ogni suono è stato cessato, evidenziando l’ansiogena situazione di stasi della protagonista a causa della guerra, ma alcuni brani del periodo come “Lorena” e “Aura Lea” vengono eseguiti e canticchiati dalle giovani ragazze. 

La playlist:
1. “The Air That I Breathe” – The Hollies (Il giardino delle vergini suicide)
2. “Crazy On You” – Heart (Il giardino delle vergini suicide)
3. “So Far Away” – Carole King (Il giardino delle vergini suicide)
4. “Girls” – Death in Vegas (Lost in Translation)
5. “Just Like Honey” – The Jesus and Mary Chain (Lost in Translation)
6. “Kaze wo Atsumete” – Happy End (Lost in Translation)
7. “Ceremony” – New Order (Marie Antoinette)
8. “Plainsong” – The Cure (Marie Antoinette)
9. “I Want Candy” – Bow Wow Wow (Marie Antoinette)
10. “I’ll Try Anything Once” – The Strokes (Somewhere)
11. “Cool” – Gwen Stefani (Somewhere)
12. “Love Like A Sunset Part II” – Phoenix (Somewhere)
13. “Crown on the Ground” – Sleigh Wells (Bling Ring)
14. “Bad Girls” – M.I.A. (Bling Ring)
15. “I Saw the Light” – Todd Rundgren (A Very Murray Christmas)


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