Venezia 74: Gatta Cenerentola – La recensione del nuovo film di animazione di Alessandro Rak

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Di Simone Fabriziani

A seguito dello straordinario successo internazionale di L’arte della felicità (ed un European Film Award come film d’animazione europeo) il talentuoso artista napoletano Alessandro Rak confeziona il suo secondo lungometraggio animato, affiancando dietro la macchina da presa anche Ivan Cappiello, Dario Sansone e Mariano Guarnieri.


Ispirandosi alle parole scritte nel XVII secolo dal favolista napoletano Giambattista Basile, il film di Rak e co-registi è l’adattamento inedito e post-moderno della popolare fiaba “La gatta Cenerentola”, celebre racconto dalle molteplici vicissitudini e adattamenti successivi, sia al cinema e che in tv, e non ultima la (ri)edizione della favola a nome di Charles Perrault nel XVIII secolo.

Qui la storia della “gatta” Cenerentola è riproposta in una Napoli di un futuro non troppo distante dove tutto il mondo accorre a visitare la contraddittoria città del sud grazie alle avanguardistiche meraviglie della Fiera della Scienza del dottor Filippo Basile, luogo incantato e allo stesso tempo dal terribile potere di riuscire a riviviere (letteralmente) il passato grazie alla registrazione di ologrammi dal passato.

C’è tutto nella Gatta Cenerentola  di Rak : la fedele riproposizione della fiaba di Basile, le sfumature (umanissime) dei vari protagonisti, e un omaggio appassionato ed originale alla città di Napoli, suggestiva cornice dalle mille contraddizioni, dai mille colori e dalle infinite influenze, sia dal passato che dall’avanguardistico futuro. Un bell’esperimento animato made in Italy incorniciato da un cast vocale tutto napoletano (o quasi): Maria Pia Calzone, Alessandro Gassman, Massimiliano Gallo, tra gli altri.
VOTO: 7/10

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