Kirk Douglas: Chi è la leggenda di Hollywood dimenticata

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Di Alfredo Di Domenico

Che Kirk Douglas era un leggenda
lo sapevamo già ma il fatto che oggi sia il suo 101° compleanno non fa altro
che incrementare la sua aura da eroe di altri tempi. In effetti Kirk è l’ultimo
testimone, insieme alla collega e premio Oscar Dame Olivia de Havilland , di un
era ormai passata ma che continua a conservare immutato il suo fascino e il suo
mistero, il tempo della Golden Age, il tempo dei fasti e del lusso, il tempo
dei colossal e degli eccessi, una Hollywood che era vista, almeno da fuori come
il paese delle meraviglie.

Inossidabile e sempre carismatico
l’abbiamo visto l’ultima volta sul paco del Dolby a consegnare il premio Oscar
a Melissa Leo, ricordando in quella occasione di essere stato candidato tre
volte e di aver perso in tutte le occasioni. Interprete di classe, eroe
romantico e sex symbol del suo tempo ha fatto la storia e rivoluzionato, insieme a Marlon Brando, la figura maschile al cinema, uscendo dai canoni romantici ed eleganti portati sullo schermo da Gary Cooper e Cary Grant degli anni precedenti, facendo leva su un aspetto più rude ed una fisicità statuaria dalle velate connotazioni erotiche.
Kirk ha lavorato con i grandi registi dell’epoca,
nomi che solo al pronunciarli vien la pelle d’oca come i registi e premi Oscar
Lewis Milestone, Joseph L. Mankiewicz, Michael Curtiz, Billy Wilder,
WilliamWyler, King Vidor, Stanley Kubrik
, ecc.

Un grande personaggio che al di
la della grande carriera che ha avuto non ha mai portato a casa tanti premi se
non in età avanzata quando i tributi alla carriera hanno cominciato a piovere
dal cielo. Tutti riconoscimenti dovuti , per una delle carriere più brillanti e
significative del cinema dell’era d’oro, Kirk ha ricevuto il premio alla carriera dall’America Film Institute che l’ha anche inserito tra le 25 più
grandi star della storia, in cui Douglas
è l’unico ancora in vita. Nel 1968 ha ricevuto il Cecil B. DeMille awards dall’
HPFA e infine un meritatissimo Oscar alla carriera nel 1996, presentato dal figlio
e due volte premio Oscar Michael, con la motivazione ”per i cinquanta anni di
forza creativa e morale nella comunità cinematografica”.