9.12.17

Kirk Douglas: Chi è la leggenda di Hollywood dimenticata

Di Alfredo Di Domenico

Che Kirk Douglas era un leggenda lo sapevamo già ma il fatto che oggi sia il suo 101° compleanno non fa altro che incrementare la sua aura da eroe di altri tempi. In effetti Kirk è l’ultimo testimone, insieme alla collega e premio Oscar Dame Olivia de Havilland , di un era ormai passata ma che continua a conservare immutato il suo fascino e il suo mistero, il tempo della Golden Age, il tempo dei fasti e del lusso, il tempo dei colossal e degli eccessi, una Hollywood che era vista, almeno da fuori come il paese delle meraviglie.

Inossidabile e sempre carismatico l’abbiamo visto l’ultima volta sul paco del Dolby a consegnare il premio Oscar a Melissa Leo, ricordando in quella occasione di essere stato candidato tre volte e di aver perso in tutte le occasioni. Interprete di classe, eroe romantico e sex symbol del suo tempo ha fatto la storia e rivoluzionato, insieme a Marlon Brando, la figura maschile al cinema, uscendo dai canoni romantici ed eleganti portati sullo schermo da Gary Cooper e Cary Grant degli anni precedenti, facendo leva su un aspetto più rude ed una fisicità statuaria dalle velate connotazioni erotiche.
Kirk ha lavorato con i grandi registi dell’epoca, nomi che solo al pronunciarli vien la pelle d’oca come i registi e premi Oscar Lewis Milestone, Joseph L. Mankiewicz, Michael Curtiz, Billy Wilder, WilliamWyler, King Vidor, Stanley Kubrik, ecc.

Un grande personaggio che al di la della grande carriera che ha avuto non ha mai portato a casa tanti premi se non in età avanzata quando i tributi alla carriera hanno cominciato a piovere dal cielo. Tutti riconoscimenti dovuti , per una delle carriere più brillanti e significative del cinema dell’era d’oro, Kirk ha ricevuto il premio alla carriera dall’America Film Institute che l’ha anche inserito tra le 25 più grandi star della storia, in cui Douglas è l’unico ancora in vita. Nel 1968 ha ricevuto il Cecil B. DeMille awards dall’ HPFA e infine un meritatissimo Oscar alla carriera nel 1996, presentato dal figlio e due volte premio Oscar Michael, con la motivazione ”per i cinquanta anni di forza creativa e morale nella comunità cinematografica”.