The Greatest Showman – La recensione del musical originale con Hugh Jackman e Michelle Williams

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Di Simone Fabriziani

Arriverà nelle sale italiane puntuale per il giorno di Natale l’ultimo, sfavillante musical tutto originale prodotto e distribuito da 20th Century Fox; con protagonista un Hugh Jackman comodamente al timone di una messa in scena rutilante e squisitamente teatrale e barocca, The Greatest Showman è la baracconata ideale per celebrare la vita rocambolesca e rivoluzioanria di P.T. Barnum, responsabile dell’invenzione dell’arte circense come oggi la fruiamo e conosciamo.



La storia di P.T. Barnum, imprenditore visionario ambizioso e fantasioso che divenne noto nel’America dell’Ottocento per la creazione di spettacoli affascinanti – prima l’American Museum, poi un colossale circo, divenuto ben presto un fenomeno mondiale è appunto materia immaginifica del musical completamente originale diretto dall’esordiente Michael Gracey, regista di spot sfavillanti in passato con protagonista proprio lo stesso Jackman. Peccato però che il risultato, pur necessariamente ed irresistibilmente pop, risente della mano dilettantesca poco ispirata di Gracey.


In precedenza avevamo definito difatti The Greatest Showman come una “baracconata” degna del suo personaggio principale, ed è forse la filosofia adatta per godere al meglio dei trionfi volutamente kitsch e barocchi di una messa in scena coreografica e musicale degna dei migliori spettacoli circensi del passato e del presente. A sorreggere un’opera cinematografica ambiziosa nella mise en scéne scenografica e visuale ma povera di carisma e forza narrativa  (e spesso al scelta del cast, soprattutto giovanile, non perora la causa del film di Gracey) è dunque un divertito Hugh Jackman, al suo secondo musical sul grande schermo dopo il successo (e la nomination agli Oscar) di Les Misérables; a supportare l’attore australiano nel “mandare avanti baracca e burattini” un cast inedito che passa con disinvoltura da Michelle Williams a Rebecca Ferguson, fino a passare per i giovanissimi senza carisma scenico Zac Efron (ma loa vevamo già visto alle prese con canti e balli nella serie Disney di High School Musical) e la rising star Zendaya, nuovo idolo delle generazioni pop a cui questo film, nel bene e nel male, è principalmente rivolto.

Non vi leverete dalla testa facilmente le orecchiabili note originali scritte dai parolieri Justin Paul e Benj Pasek, già autori premiati con l’Academy Award quest’anno per La La Land.

VOTO: 6/10


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