Maze Runner – La rivelazione – La recensione del capitolo conclusivo della saga young adult

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Di Daniele Ambrosini
L’ultimo capitolo della saga di Maze Runner arriva forse un po’ troppo tardi, al tramonto cinematografico del filone young adult che per anni è riuscito a richiamare pubblico e ad incassare milioni con serie di film come Harry Potter, Twilight e Hunger Games. Tutti film tratti da opere letterarie dedicate ad un pubblico di adolescenti in grado di fondere la componente action a quella fantasy, senza mancare mai della tanto amata sottotrama romantica.
Siamo lontani ormai dai tempi in cui questi film macinavano milioni al box office e molti altri hanno fallito dopo i titoli citati, ne sono un esempio le saghe di Divergent, Percy Jackson e Shadowhunters. Se quindi l’interesse verso questo tipo di adattamenti col tempo è andato scemando, bisogna riconoscere a Maze Runner il merito di essere riuscito a ritagliarsi il suo pubblico e di aver osato con un ultimo capitolo, conclusivo e pienamente soddisfacente, molto distante dalle logiche a cui ci hanno abituato le più rinomate saghe del filone letterario.

Il primo Capitolo di Maze Runner è arrivato nei cinema americani nel 2014 ed a fronte di un budget di poco superiore ai 30 milioni di dollari è riuscito ad incassarne oltre 300 a livello globale, il secondo film con un incremento di budget a 60 milioni ha ottenuto risultati simili ed anche questo terzo capitolo dovrebbe comportarsi più o meno allo stesso modo. Rispetto ad altri film del filone young adult che non hanno riscosso il successo sperato, Maze Runner è riuscito a mantenere sempre piuttosto basso il budget e a ritagliarsi una fetta di mercato consistente, che forse non era ancora disposta a veder tramontare questo genere di film. 
In questo ultimo capitolo, Thomas ed un gruppo di ribelli sono ormai pronti per rimettere in mare una vecchia nave e salpare quanto più lontano possibile. Ultima cosa da fare prima di lasciarsi tutto alle spalle è salvare Minho dalla Wckd, la malvagia società che per trovare una cura al virus che sta decimando l’umanità conduce esperimenti sugli immuni. Questo condurrà Thomas ed un gruppo di fedelissimi ad arrivare in quella che è definita “l’ultima città”, l’inespugnabile roccaforte della Wckd. 
Maze Runner – La rivelazione è un film davvero molto piacevole, che trae grande giovamento dalla decisione di non dividere il romanzo finale in due adattamenti – abitudine per il genere inaugurata (con risultati altalenanti) da Harry Potter – ma di concentrare in due concitatissime ore tutta l’energia che il materiale di origine permette di riversare sullo schermo. I ritmi forsennati, gli intriganti effetti visivi, le scene d’azione coreografate ad arte e la spettacolarità con cui è trattata la materia fanno di questo film un vero guilty pleasure. Certo, si avverte l’atmosfera adolescenziale da cinema di consumo, ma questo è un aspetto secondario e non intacca minimamente il ritmo sostenutissimo che Wes Ball riesce ad imprimere alla sua pellicola (che è sicuramente il suo maggiore pregio); in questo modo anche gli elementi più scontati e meno efficaci si perdono in un vortice di azione nel quale è impossibile non venire risucchiati. Eppure il film non lavora per accumulazione, anzi, è piuttosto ordinato nel mettere in campo tutti gli aspetti più importanti della trama al momento giusto, il che conferisce al film una certa organicità e linearità dal punto di vista narrativo mentre visivamente si prospetta un crescendo sempre più esplosivo e dinamico. Non tutto nel film funziona alla perfezione, molto di quello che si vede è un derivato del filone da cui proviene e spesso pecca di poca originalità, è perciò evidente che non ci troviamo di fronte ad un film imperdibile o particolarmente valido eppure bisogna riconoscere che Maze Runner – La rivelazione fa esattamente quello per cui è pensato, intrattenere, e lo fa molto bene. 
VOTO: 6,5/10