I “tre amigos”: Cuarón, Iñárritu e del Toro alla conquista di Hollywood

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Di Simone Fabriziani

Le ultime cinque edizioni degli Academy Awards hanno stabilito un curioso record nella categoria della miglior regia: mettendo momentaneamente da parte lo scorso anno con il trionfo del giovanissimo regista statunitense Damien Chazelle, quattro statuette in totale sono state assegnate nella categoria a cineasti di cittadinanza messicana.

Si parte dal 2014 con il trionfo delle sette statuette assegnate a Gravity, sci-fi rivoluzionario prodotto scritto, diretto e montato da Alfonso Cuaròn, vincitore nella stesa edizione di due premi personali alla regia e al montaggio; l’anno seguente il dominio dell’autorato messicano si consolida con i quattro Oscar assegnati a Birdman, o l’imprevedibile virtù dell’ignoranza di Alejandro Gonzalez Inarritu, primo regista messicano a vincere nella stessa serata le statuette al miglior film, regia e sceneggiatura originale; Inarritu entra nell’albo d’oro dell’Academy l’anno successivo quando riceve una seconda statuetta per la miglior regia per l’intrepido Revenant – Redivivo; è il primo ed unico regista non di lingua inglese a superare tale impresa storica. Si arriva infine ai risultati degli Oscar di qualche giorno fa, con il trionfo nelle due categorie del miglior film e della miglior regia per Guillermo del Toro e il suo fantasy adulto La forma dell’acqua. In totale, negli ultimi cinque anni di Oscar i tre amigos di Hollywood hanno raggruppato ben otto statuette personali. Ma il record assoluto per tutti e tre gli autori era già arrivato durante l’edizione degli Academy Awards del 2007.

Il 2007 (anno del trionfo di Martin Scorsese e del suo The Departed) è stato l’unico nella storia degli Academy Awards ad aver incluso nelle proprie nomination tutti e tre i cineasti messicani: Alejandro G. Inarritu ha ricevuto le nomination al film e alla regia per Babel, Alfonso Cuaròn altre due per la sceneggiatura non originale e il montaggio de I figli degli uomini mentre del Toro quella per la sceneggiatura originale e il film straniero per il cult fantasy Il labirinto del fauno. Nessuno dei tre ha ottenuto la statuetta quell’anno. Assenza che è stata ampiamente ripagata negli anni successivi con le otto statuette in totale ottenute dagli autori latinoamericani , figli di un cambiamento repentino della forma dell’Academy, soggetta negli ultimi anni ad un ricambio di nuovi membri di estrazione internazionale e di età più giovane rispetto all’ala old e più tradizionalista di Hollywood, senza mettere in secondo piano lo sconvolgimento dell’assetto polito e sociale degli Usa, sempre meno inclusivo verso lo straniero e dai toni maggiormente conservatori. Un voto di protesta della Hollywood più liberale e progressista quindi quella di celebrare i tre amigos messicani dettata da una presa di coscienza politico-sociale avversa al potere federale e alle barriere di separazione tra un “noi e loro” sempre meno evidente.
Alfonso Cuaròn, Alejandro Gonzalez Inarritu e Guillermo del Toro hanno davvero conquistato Hollywood.