Pacific Rim – La rivolta – La recensione del sequel con John Boyega e Scott Eastwood

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Di Simone Fabriziani

Il ribelle Jake Pentecost, un tempo promettente pilota di Jaeger, è il figlio di un leggendario combattente che ha dato la sua vita per la vittoria dell’umanità contro i mostruosi Kaiju. Catturato nella rete della criminalità, Jake ha abbandonato la sua formazione ma, quando una nuova minaccia si profila all’orizzonte e il mondo viene messo in ginocchio, ha una seconda occasione grazie alla sorella Mako Mori.  Fa così squadra con il rivale Lambert e con l’hacker quindicenne Amara. Pacific Rim – La rivolta è il sequel del primo capitolo del 2013 diretto dal premio Oscar Guillermo del Toro, qui ora solo produttore.

Dietro la macchina da presa c’è ora Steven S. DeKnight,  talento emergente di estrazione televisiva (si è fatto le ossa da regista con le popolari serie Daredevil, Smallville e Angel), ma non più i carismatici protagonisti del primo capitolo Idris Elba e Charlie Hunnam. La “nuova generazione” di piloti di Jaeger è rappresentata dalle nuove leve del cinema mainstream John Boyega (di pausa dalle fatiche della saga di Star Wars) e Scott Eastwood , figlio di Clint e già visto recentemente in grandi produzioni come Fast&Furious 8 e Suicide Squad.



Se il lungometraggio di del Toro giocava sapientemente con le dinamiche fanciullesche e più propriamente nerd dello scontro energetico tra jaeger e kaiju, tra sensibilità geek dell’Occidente e quella orientale come solo il cineasta messicano sapeva fare, DeKnight porta in scena un seguito cinematografico però senza ambizioni né con una ritrovata spinta all’ironia e del sense of wonder tipico del target di pubblico a cui la serie si riferisce confidenzialmente.
Il dialogo tra aficionados e produzione si rompe proprio quando ci si accorge che Pacific Rim – La rivolta, pur mantenendo intatte le gioie adrenaliniche degli iper-energetici combattimenti tra mostri del Pacifico e robot giganti, nulla conserva delle trovate sceniche di del Toro se non un piatto progetto per il grande schermo che arriva a distanza di cinque anni dal primo capitolo, che non fu ad onor del vero un successo di pubblico e di critica. 
Non ne sentivamo decisamente la mancanza.


VOTO: 5,5/10