Rachel – La recensione del film di Roger Michell con Rachel Weisz e Sam Claflin

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Di Simone Fabriziani

Philip (Sam Claflin), un giovane orfano inglese, forgia la sua vendetta nei confronti della misteriosa e bella cugina Rachel (Rachel Weisz), convinto che ella sia responsabile della morte del marito, suo tutore. Tuttavia, i suoi sentimenti diventano sempre più confusi quando si rende conto di cedere al fascino della seducente cugina. Dal celebre romanzo del mistero di Daphne Du Maurier arriva il nuvo adattamento cinematografico diretto dal regista britannico Roger Michell.

Il regista, autore di classici british a cavallo tra gli anni ’90 e i Duemila come Notting Hill e Venus, confeziona un adattamento per il grande schermo conscio della pesante eredità del passato nella fattispecie del classico del 1952 Mia cugina Rachel con protagonisti due misteriosi e affascinanti Richard Burton e Olivia de Havilland. Ma i due interpreti britannici Claflin e Weisz poco hanno in comune con i divi del grande cinema classico e poco contribuiscono a rivitalizzare un racconto del gotico del Novecento qui appiattito da una messa in scena scarnificata da una sceneggiatura curata dallo stesso Michell.

Racconto di ossessione e vendetta colorato delle tinte della sottile sfumatura psicologica, quello di Daphne Du Maurier è tuttavia un romanzo impervio e pericoloso nell’atto dell’adattamento audiovisivo; Michell preferisce una messa in scena squisitamente letteraria , sacrificando gli anfratti più oscuri e freudiani delle parole scritte dall’autrice inglese. E a nulla può lo star power di Rachel Weisz e Sam Claflin per ridestare la curiosità dello spettatore annoiato, la cui sola ancora di salvezza è la divertita presenza del nostrano Pierfrancesco Favino nei panni del misterioso notaio fiorentino Enrico Arnaldi.

Romanzesco.



VOTO: 6/10