‘Loro 2’, ovvero la paura di invecchiare secondo Paolo Sorrentino [Conferenza Stampa]

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Di Simone Fabriziani

Abbiamo assistito questa mattina alla conferenza stampa del film Loro 2, seconda parte del dittico diretto dal regista premio Oscar Paolo Sorrentino dedicato alla figura di Silvio Berlusconi, qui ritratta sia nella sua sfera pubblica che in quella privata. Il film, dopo l’ottimo incasso d’apertura del 24 aprile della prima parte, sbarcherà finalmente nelle sale italiane il prossimo giovedì 10 maggio, completando così il grande affresco sorrentiniano.

Ecco alcun delle dichiarazioni più interessanti della conferenza di questa mattina in cui, oltre al regista campano, era presente lo sceneggiatore Umberto Contarello, il produttore Nicola Giuliano, e buona parte dell’ottimo cast, tra cui Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo ScamarcioKasia Smutniak e Fabrizio Bentivoglio.

Il gioco
delle figurine è d’obbligo in un film del genere. Chi è chi nel cast di nomi prevalentemente fittizi di Loro 2?
(Paolo Sorrentino): Il gioco del chi è chi è da rotocalco,
i personaggi non hanno nomi reali perché non sono quelli a cui si fa
riferimento nei giornali e nella cronaca. La decisione di utilizzare nomi fittizi ha creato la cornice necessaria per sentirsi liberi di costruire i nostri personaggi.
La parodia
è un grande complimento; Paolo Sorrentino a volte ha paure di fare un film “alla
sorrentino”? Inoltre, è più difficile fare un film su Silvio Berlusconi o sul Papa [The Young Pope]?
(Paolo Sorrentino): Un film su Berlusconi è complicato perché la libertà
creativa viene inevitabilmente contenuta dalla verosimiglianza e della cronaca.. La serie sul Papa era completamente
inventata, stando dentro una cornice però di verosimiglianza dell’ambiente clericale; lì la creatività non
era contenuta però.
Citare Hemingway per descrivere Berlusconi come un torero ci fa venire in mente se secondo il regita Silvio Berlusconi
sarà contento o meno del film. Sembra lo spaccato di un uomo di potere essenzialmente solo e con una nota positiva.
Non posso fare ipotesi sulla reazione degli altri sul mio film purtroppo.
Aveva
annunciato un film non politico, eppure è un film legittimamente schierato, ideologico.
La scena della pecorella all’inizio di Loro 1 no l’ho capita tra l’altro!


Quello che
mi sembrava che forse non era puntualizzato era la miriade di sentimenti dietro
l’uomo politico. Non è un attacco né una difesa. La controparte nel film è la Veronica Lario di Elena Sofia Ricci e che forse incarna le domande dei detrattori di Silvio Berlusconi. Il senso del
film è indagare la dimensione dei sentimenti e delle paure; la capretta ha
paura dell’aria condizionata; ci sono inoltre durante il film le paure dei giovani, dei vecchi, la paura della
vecchiaia e della morte, quella che aleggia in tutti. In questo sta la
dimensione di attualità del film.
Come si sono preparati gli attori Elena Sofia Ricci e Toni Servillo nel ritrarre la coppia Silvio Berlusconi e Veronica Lario?
(Elena Sofia Ricci): Faccio fatica a parlare di un personaggio
reale; quando ho letto la sceneggiatura ho pensato che riguardava tutte noi
donne; la paura di sfiorire, della vecchiaia. Di naturale ho messo il
sentimento di una donna e il dolore della separazione e la difesa della propria
dignità, valori  che reputo universali. Quando vedevo il film non vedevo me né Veronica
Lario, ma tutte le donne. Sono entrata a vedere Loro, ma sono uscita pensando
di aver visto noi italiani. Ho provato nn senso di pietas assoluta.
(Toni Servillo): Io ho fatto “Il Divo” con Paolo, ed
ho avuto la possibilità di mettere a confronto l’uno con l’altro dei due personaggi politici. Con Andreotti
ci si riferiva ad un personaggio che alimentava il mistero con la sua
introversione. Berlusconi è estroverso, si pone al centro della scena
politica quasi come un personaggio da cinema. La sua presenza occupa in maniera
ossessiva la mente di chi tenta di imitare con le azioni il modello senza
riuscirci. Nel privato c’è stata invece la scelta di ritrarre Berlusconi attraverso la distanza dagli spazi della politica che
nell’oasi della sua villa in Sardegna si concretizza; li Berlusconi non organizza e non pianifica ma aspetta privatamente di
tornare sulla scena politica. Nessun approccio di tipo meticoloso, ho seguito la sceneggiatura nella sua valenza simbolica.
Dov’è lo
sguardo di Sorrentino nel tono del film?
(Paolo Sorrentino): Nel tono della tenerezza; non volevo puntare il
dito contro nessuno, io penso che i film debbano essere gli ultimi avamposti
della comprensione di qualcosa,  intesi come oggetti comprensivi; è un rischio che va
corso nel comprendere il perché di alcuni comportamenti anche quando sono
moralmente discutibili.
Il film è anche e soprattutto una storia d’amore?

Il film prende altre direzioni, ma il punto di
partenza era raccontare una storia d’amore, si è vero.
La seconda
parte finisce come Le conseguenze dell’amore con una gru; lì c’era una scena di morte
qui una sorta di resurrezione.
Non ci avevo pensato che oltre agli aminali
avevamo anche una passione per le gru!

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