A Modern Family – La recensione della commedia lgbt con Paul Rudd e Steve Coogan

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Di Dario Ghezzi

Erasmus è il presentatore di un programma di cucina di successo, Paul il compagno regista che lo segue nel suo lavoro, non senza riservargli aspre critiche. I due trascorrono le giornate tra feste elitarie e litigi, in una monotonia che sembra ormai essere padrona della loro vita. Una sera, proprio durante una festa, si presenta nella villa di Santa Fe dei due il piccolo Bill, il nipote di Erasmus, dopo l’arresto del padre Beau. A questo punto, dopo iniziali ritrosie, Erasmus e Paul decidono di occuparsi del bambino credendolo come loro figlio seppur con enormi difficoltà.


A Modern Family di Andrew Fleming è una commedia leggera, delicata, che affronta un tema attualissimo: può un bambino crescere con due genitori dello stesso sesso? Se in America la questione sembra essere più risolta, nonostante l’avvento del trumpismo che sembra voler minare le fondamenta dell’autodeterminazione e delle scelte dell’essere umano, nel nostro paese é tutto molto più delicato. Il nuovo Ministro della Famiglia sembra voler guardare al passato e si è detto pronto a combattere contro la famiglia “non tradizionale”. Quindi, l’uscita del film prevista per il 12 luglio, sembra cadere in un momento storico perfetto per sensibilizzare le coscienze. 

A Modern Family scorre tra battute salaci, momenti scanzonati, scene commoventi, umane e spiritose. Paul ed Erasmus affrontano l’educazione del bambino come se fossero due persone qualsiasi, una mamma e un papà qualsiasi e nel film questo aspetto non sembra assolutamente pesare, come è giusto che sia, sulla vita di Bill. Che ha semplicemente due papà, anzi due nonni. 
Se la trama riesce comunque a catturare il pubblico, grande ruolo é giocato dai due bravissimi Paul Rudd e Steve Coogan, nelle vesti di una mal assortita e adorabilissima coppia. Andrew Fleming, con A Modern Family, ha voluto dirigere il suo film più personale, basandosi su sue esperienze di vita. E, sicuramente, riuscirà a toccare al cuore lo spettatore. 
Consigliatissimo.
VOTO: 8/10


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