Netflix: I 25 film non originali da non perdere nel catalogo italiano

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Di Gabriele La Spina

Capita spesso di sentir dire che uno dei punti deboli di Netflix, in particolar modo del catalogo italiano, è rappresentato dalla debole presenza di film. Netflix, è fatto ormai appurato, cerca sempre di più negli ultimi anni di puntare sulle proprie produzioni, è infatti impressionante la presenza di serie originali, in costante espansione, e in minor misura quella dei film acquisiti dal marchio o prodotti dallo stesso, venendo così etichettati come originali Netflix.

Vi è però un consistente presenza di film su licenza, fuori dalle produzioni Netflix, che fanno parte del catalogo, titoli “a scadenza”, che spesse volte l’abbonato deve affrettarsi a vedere. In molti lamentano la bassa qualità di questi titoli, eppure Netflix offre a noi italiani sempre delle certezze. Non mancano i classici degli autori più amati in tempi recenti, quelli di Quentin Tarantino, come Kill Bill, Jackie Brown, The Hateful Eight e Bastardi senza gloria, così come due dei recenti successi di Martin Scorsese, The Wolf of Wall Street, The Departed e Shutter Island, e alcuni del buon vecchio Woody Allen, come Basta che funzioni, Midnight in Paris, Vicky Cristina Barcellona e Blue Jasmine. In fatto di cult poi il catalogo offre attualmente i classici, iconici, più amati del cinema americano, Ritorno al futuro di Robert Zemeckis, nonché E.T. e Lo squalo di Steven Spielberg, film che qualunque cinefilo ama rivedere, e i più giovani possono scoprire. Certezze allo stesso modo le produzioni Disney, immancabili, come Ralph Spaccatutto, Ratatouille, Up, Alla ricerca di Nemo, Ribelle, Hercules, Mulan Lilo & Stich.
Messi da parte i titoli che convincono anche lo spettatore meno incallito, ci si può perdere nella moltitudine di film attualmente disponibili. Tra pellicole indipendenti, nominate all’Oscar, e classici che meritano di essere considerati tali non solo dai cultori della settima arte. Ecco 25 film da vedere, finché sono disponibili, tra i non originali Netflix.

Scarlett Johansson in una scena di Under the Skin.

Under the Skin (2013)
Dopo Birth, Jonathan Glazer torna con una pellicola dai tratti onirici, fantascientifica. Scarlett Johansson alla miglior performance della sua carriera interpreta una giovane aliena viene mandata sulla Terra con il compito di annientare l’umanità. Assunte sembianze da donna e il nome di Laura Flynn, comincia a seminare vittime per le colline scozzesi ricorrendo al sesso, unica arma a sua disposizione. Con il passare del tempo, però, Laura comincia ad assaporare i benefici apportati dall’essere umano e inaspettatamente mostra i primi segni di un tenero sentimento quando è attratta  da un uomo di mezza età, andando contro agli scopi per cui era stata mandata sulla Terra.
Good Time (2017)
Film rivelazione dello scorso anno, diretto dai fratelli Safdie, e con uno strepitoso Robert Pattinson. In Good Time vediamo una rapina andata male. Connie è riuscito a scappare ma suo fratello Nick è stato arrestato. Mentre Connie cerca di raccogliere i soldi necessari alla cauzione per liberare il fratello, ha davanti un’altra opzione: farlo evadere. Ha inizio così nei bassifondi di New York una notte lunga e piena di adrenalina. 
Leggi Good Time – La recensione del film dei fratelli Safdie con Robert Pattinson
American Honey (2016)
Ispirato e luminoso lungometraggio dell’inglese Andrea Arnold, probabilmente uno dei punti più alti del cinema indie internazionale negli ultimi anni. Nel film seguiamo le vicende di Star, una adolescente senza nulla da perdere, che si unisce a una squadra ambulante di disadattati venditori di riviste. Si ritroverà così in un viaggio nel Midwest attraversato da un vortice di amori giovanili, di violente feste e di ripetute infrazioni della legge.
The Neon Demon (2016)
Ultimo film di Nicolas Winding Refn, che ha sconvolto il Festival di Cannes e poi il mondo intero. Chiaro omaggio ai classici horror gore, ma ben più carico di simbolismo e stile. The Neon Demon racconta la storia di Jesse, una giovane ragazza che arriva a Los Angeles con il sogno di diventare modella. La sua ascesa e la sua purezza suscitano però gelosia e invidia: mentre alcune ragazze si inclinano al suo cospetto, altre cercheranno disperatamente di rubarle la bellezza.
Room (2015)
Vincitrice dell’Oscar come miglior attrice, Brie Larson insieme a Jacob Tremblay, rappresenta il cuore pulsante di questa splendida pellicola, che coniuga sfumature thriller al più puro dei drammi.  Room è l’adattamento di un romanzo di Emma Donoghue ed esplora quanto inaspettato e intenso possa essere l’amore di una madre nei confronti del proprio figlio nella più straziante delle situazioni. Jack è un vivace bambino di cinque anni che viene accudito dall’amorevole e devota madre. Come ogni buona mamma, la donna si dedica al figlio cercando di renderlo felice e mantenerlo al sicuro. La loro esistenza però non ha nulla di normale: i due sono infatti intrappolati in una piccola stanza senza finestre da un rapitore che tiene la donna in ostaggio da molti anni. L’ambiente ristretto e la curiosità crescente di Jack diventeranno ben presto fonte di forza per la madre, che raggiungendo un inevitabile limite di sopportazione elabora un piano rischioso per la fuga, portandosi così faccia a faccia con una cosa ancora più spaventosa di quella che ha vissuto: il mondo reale.
Una scena da American Honey di Andrea Arnold.
Bridemaids (2011)
Ancor prima del rebooy di Ghostbusters al femminile, Paul Feig ci aveva regalato una delle commedie più efficaci degli ultimi anni. La amiche della sposa, titolo italiano, ha come protagoniste Kristen Wiig e Maya Rudolph, affiancate da una Melissa McCarthy nominata all’Oscar. Nel film vediamo Annie, una ragazza single e semplice che ha avuto poche storie nella vita. La sua migliore amica, Lilian, sta per sposarsi e le chiede di essere una delle sue damigelle d’onore: un compito che nella società americana può diventare parecchio oneroso specie se la sposa – come nel caso di Lilian- è molto ricca e ha un’intensa vita sociale. Come se non bastasse, il posto di damigella è molto ambito e c’è chi farebbe di tutto per soffiarglielo.   


Dal tramonto all’alba (1996)
Tutti amano Quentin Tarantino, ma chi conosce realmente il “cugino” folle Robert Rodriguez? Netflix ci regala nel suo catalogo un classico horror, quarto film del regista texano, che ha nel casto il già citato Tarantino, nei panni del fratello di George Clooney; sono i famigerati fratelli Gecko, due dei più pericolosi criminali degli Stati Uniti, sono in fuga dal Texas. Oltre il confine, in Messico, il misterioso Carlos offre salvezza ai due in cambio di una percentuale del loro bottino. Per i due fratelli si tratta di scampare alla trappola che la polizia sta preparando e di attraversare il confine per arrivare all’appuntamento con Carlos prima che faccia giorno. I due sequestrano Juliette Lewis e Harvey Keitel, per recarsi verso ciò che sarà il loro inferno vampiresco. Un cult che con gli anni ha generato numerosi sequel e serie tv, mai all’altezza dell’opera originale.
Anomalisa (2015)
Gioiellino d’animazione di Charlie Kaufman e Duke Johnson, segue le vicende di Michael Stone, marito, padre e brillante autore di un libro sul come aiutare gli altri, un uomo paralizzato dalla mondanità della sua vita. Durante un viaggio di lavoro a Cincinnati, dove è previsto un suo intervento durante una convention di professionisti dei servizi ai clienti, trova ospitalità al Fregoli Hotel, dove scopre che ha una possibilità per scappare dalla monotonia che lo circonda grazie all’incontro con Lisa, una modesta rappresentante di prodotti da forno. Un ritratto fortemente psicologico, dalla sceneggiatura perfetta.
Eternal Sunshine of Spotless Mind (2004)
Se mi lasci ti cancello, per gli amici. Si tratta di una delle pellicole più amate di Michel Gordy, fortemente sottovalutata alla sua uscita, ma rivalutata con il passare degli anni dal pubblico. Geniale e ipercritica la premessa della pellicola: quando la relazione tra Joel e Clementine finisce, la ragazza ricorre a un’operazione per farsi estirpare la sezione della memoria relativa alla loro storia. Quando Joel lo scopre, contatta l’inventore del metodo, il dottor Howard Mierzwaik per sottoporsi allo stesso trattamento, ma intanto che i ricordi iniziano a scomparire, rivive i momenti iniziali e si rende conto di non volerli cancellare.
Drive (2011)
Si torna a parlare di Nicolas Winding Refn, che non sbaglia mai un colpo. Drive è indubbiamente il suo film più amato dal pubblico, con un titanico Ryan Gosling nei panni di un uomo senza nome, con la passione per le automobili, che divide la sua vita diurna tra il lavoro di meccanico e quello di stuntman per il cinema e, in quella notturna, saltuariamente, si trasforma anche in autista per criminali. Mentre il suo capo officina Shannon gli procura un accordo con un potente boss locale per introdurlo alle corse professionistiche, lui conosce e si innamora di Irene, sua vicina di casa con un figlio a carico e il marito in galera. Quando questi torna in libertà, la malavita gli si fa subito avanti vantando un conto aperto e arrivando a minacciare la donna ed il bambino. Preoccupato per la loro sorte, il meccanico/stuntman decide di mettersi a disposizione dell’uomo come pilota per il colpo che dovrebbe consentirgli di saldare il debito ed affrancarsi: ma niente va per il verso giusto, e la situazione si complica ulteriormente.
I protagonisti di Tangerine.
Prisoners (2013)
Ancor prima di essere accalappiato dalle major, Denis Villeneuve aveva diretto uno dei titoli più riusciti del genere crime-thriller americano. In Prisoners vediamo Keller Dover che si ritrova ad affrontare il peggior incubo che possa capitare a un padre: Anna, la figlia di sei anni, è scomparsa insieme all’amichetta Joy. Con il passare delle ore, le indagini del detective Loki (un sorprendente Jake Gyllenhaal) si concentrano sulla vecchia auto parcheggiata vicino all’abitazione di Anna e da questa risale al suo autista, un certo Alex Jones (il sempre ottimo Paul Dano). Poiché mancano le prove per trattenere in arresto Alex, Loki è costretto a rilasciarlo. Sapendo che in gioco c’è la vita di sua figlia, il sempre più disperato Keller decide allora di tentare il tutto per tutto pur di trovare le bambine.
Tangerine (2015)
Non puoi dire indie se non citi Sean Baker, e non puoi dire il suo nome senza citare Tangerine. Tesoro inestimabile, girato sorprendentemente con un iPhone, ma dalla profondità superiore alla più sontuosa delle pellicole hollywoodiane. Netflix è anche questo. Riuscire a portare al pubblico italiano film tanto piccoli, e passati perlopiù nel circuito dei festival americani, che mai avrebbero vita nelle nostre sale. In questo comedy-drama vediamo una giovane lavoratrice che attraversa in lacrime tutta Tinseltown durante Natale, alla ricerca dell’uomo che le ha spezzato il cuore. Ogni interprete qui non è un’attrice, si tratta di reali donne transgender prese dalla strada. Il realismo di Tangerine stringe il cuore, e strappa più di una risata. 
Spring Breakers (2013)
E poi c’è Harmony Korine. Che ha fatto del termine “delirio”, la chiave del suo successo e della sua stessa filmografia. Si può affermare senza timore che parliamo di una delle più belle pellicole degli ultimi anni. Spring Breakers è centrato sulla storia di un gruppo di quattro ragazze perennemente in bikini che, durante la loro agognata vacanza di primavera, si avviano sulla strada dell’edonismo a base di alcol, droghe, fucili, rapine e omicidi. Il regista di Gummo, riesce a scuotere e spingere oltre il limite; in un pieno delirio, a volte psichedelico, anticonvenzionale e politicamente scorretto.
Babadook (2013)
Pellicola dell’australiana Jennifer Kent, che cita i classici dell’horror creando una pellicola che al contrario scardina i cliché del filone più recente. Si tratta di un film divenuto un piccolo caso negli ultimi anni, aprendo la strada al ritorno degli “horror d’autore”. Qui sei anni dopo la violenta morte del marito, Amelia deve fare i conti con gli incubi di Samuel, il figlio di sei anni. I sogni del bambino sono tormentati dalla presenza di un mostro che ha intenzione di uccidere lui e sua madre. Quando un inquietante libro di fiabe chiamato The Babadook viene ritrovato in casa, Samuel si convince che sia proprio il babadook la creatura che non lo lascia in pace. A poco a poco anche Amelia comincia a percepire un’inquietante presenza intorno a sé, realizzando che ciò di cui Samuel la avvertiva potrebbe essere reale.
Leggi Babadook – La recensione dell’horror instant cult di Jennifer Kent
Jacki Weaver in Animal Kingdom.
Animal Kingdom (2010)
Ci sarebbe da dire che “australians do it better”, è anche il caso di David Michod, che realizza un dramma familiare, crime, con una gelida Jacki Weaver. Basato sulle vicende della sparatoria realmente avvenuta nel 1988 a Walsh Street, nel quartiere South Yarra di Melbourne, l’intreccio ruota attorno a Joshua “J.” Cody (James Frecheville), un ragazzo di 17 anni che, rimasto orfano della madre, va a vivere dalla nonna e gli zii. Questi si rivelano essere pericolosi criminali coinvolti in una sanguinaria guerra contro la polizia locale.
Creep (2014)
Commedia dai risvolti horror inaspettati, estremamente disturbante, che forse in pochi si aspetterebbero da Mark Duplass. Creep ha un cast di soli due interpreti, ed è l’ennesimo titolo found footage, ma che nasconde una macabra ironia del tutto inusuale. In cerca di un lavoro, l’operatore video Aaron si imbatte in un criptico annuncio online, nel quale si offrono mille dollari per un giorno di riprese. A corto di soldi e con l’ingenuità che lo contraddistingue, Aaron raggiunge in una remota zona di montagna la casa di Josef, il soggetto cinematografico da filmare. All’apparenza, Josef sembra sincero e niente lascia presagire quale sorpresa riserverà ad Aaron il resto della giornata.
La vita di Adele (2013)
Pellicola più celebre di Abdellatif Kechiche, premiata a Cannes e amata in tutto il mondo. Epopea sulla scoperta della sessualità e l’emancipazione di una giovane ragazza, Adele, una liceale di diciassette anni, aspetta il grande amore e un giorno lo intravede in Thomas, giovane tenebroso ma cordiale. La loro però è una storia destinata a non essere vissuta a pieno: lo stesso giorno Adele ha incontrato anche una misteriosa ragazza dai capelli blu che ogni notte diventa protagonista dei suoi sogni e desideri più intimi. Rifiutando dapprima le esperienze oniriche, Adele prova a concedersi a Thomas ma si rende conto di non riuscire ad essere completamente sua e di provar attrazione per le ragazze. Grazie a un amico frequentatore dei locali gay della città, ha la possibilità di rintracciare la ragazza dai capelli blu e lasciarsi travolgere dal suo febbrile, caotico e passionale sentimento.
The Wedding Party (2012)
La commedia indie che non ti aspetti, dove quattro vecchie compagne di liceo, che hanno dietro diversi conflitti irrisolti generati da incomprensioni che risalgono ai tempi della scuola, si ritrovano loro malgrado a riunirsi e a trascorrere del tempo insieme quando l’insopportabile Regan (Kirsten Dunst), colei che è proprio la causa di tutti i problemi, è invitata a organizzare il matrimonio di Becky, vittima prediletta di scherzi e derisioni, con uno degli scapoli più ambiti di New York e a farle da damigella. Dimenticare i vecchi dissapori però non è una cosa semplice e la situazione è destinata a degenerare nel peggiore dei modi possibili prima delle nozze.
Swiss Army Man (2016)
Hank, un uomo senza speranza perso nella natura selvaggia, scopre un cadavere misterioso, con cui si imbarca in un epico viaggio per tornare a casa. Rendendosi conto che il corpo è la chiave per la sua sopravvivenza, Hank da ex aspirante suicida si costringe a un’operazione surreale: convincere il corpo morto di come la vita sia degna di essere vissuta. Premesse del tutto assurde, che in realtà prendono perfettamente vita nel film di Kwan e Scheinert. Grottesco, esilarante, ma anche capace di commuovere.
Una scena da Swiss Army Man.
Shame (2011)
Pellicola indissolubile e imperdibile di uno dei registi più dotati dell’ultima generazione. Steve McQueen, che poco dopo avrebbe vinto agli Oscar con 12 anni schiavo, aveva già espresso al meglio le sue capacità con il veritiero e delicato ritratto di un sesso-dipendente, interpretato da Michael Fassbender alla sua performance più amata. L’attore interpreta infatti il trentenne newyorkese Brandon non riesce a controllare le sue pulsioni sessuali. Nonostante sembri condurre una vita sociale normale, l’uomo è ossessionato dalla pornografia e da tutto ciò che ruota intorno al piacere e alla lussuria. Dovrà imparare a tenere a bada gli impulsi della libido non appena si innamorerà della bella collega Marianne, interessata più a una storia romantica che ad una basata sul sesso. A complicare ulteriormente la vita di Brandon ci si mette anche sua sorella, l’autodistruttiva Sissy, ospite per qualche tempo in casa del giovane.
The Master (2012)
Da molti considerato come il punto massimo della carriera di Paul Thomas Anderson, è anche la pellicola più amata dello stesso regista. Fatto conclamato è però quello che Joaquin Phoenix ha stregato tutti con la sua performance, affiancato dal compianto Philip Seymour Hoffman. Ambientato negli anni ’50, il film segue la storia di Freddie Quell, che vive sulla propria pelle le conseguenze del secondo conflitto mondiale, vagabondando per le strade senza alcuna certezza o valori in cui credere. Nel suo errare, si imbatte un giorno in Lancaster Dodd, un veterano di guerra fondatore e leader carismatico di un gruppo pseudo-religioso basato su metodi piuttosto innovativi. Ammaliato da quell’universo che sembra offrire risposte alle sue domande, Freddie ne diventa uno degli adepti subendo il fascino della figura di Lancaster, divenuto per lui uno spirito guida da ossequiare e seguire.
Signs (2002)
Di M. Night Shyamalan tutti citano immediatamente Il sesto senso, ma in pochi definiscono Signs come la sua pellicola migliore. Eppure il regista ha saputo dare un nuovo taglio ai racconti sci-fi, nel più iconico dei modi. Nel film vediamo il pastore Graham Hess ha perso la fede dopo la morte della moglie. Con i due figlioletti Bo e Morgan e il fratello minore Merrill, abita in una fattoria in Pennsylvania situata nel mezzo di uno sterminato campo di mais. Improvvisamente sul terreno appaiono giganteschi e inquietanti cerchi (i cosiddetti “crop circles”), che spingono Hess a cercare cosa veramente si celi dietro l’inspiegabile fenomeno.
Lo sciacallo (2014)
La miglior performance di Jake Gyllenhaal? Di sicuro la più trasformativa, finita fuori dal radar degli Oscar. Diretto da Dan Gilroy, Lo sciacallo è un film sull’ossessione, la brutalità e l’inumanità dei media. Nella contemporanea Los Angeles, regno di criminalità, incidenti, incendi e omicidi, vediamo il giovane Lou Bloom alla disperata ricerca di lavoro quando scopre il giornalismo free lance. Insieme alle diverse troupe che riprendono reati e crimini, Lou si fa i muscoli in un mondo in cui ogni suono di sirena equivale a un possibile colpo di fortuna e ogni vittima è convertibile in denaro. Aiutato da Nina, una veterana delle news locali, Lou ottiene il successo ma la sua ricerca incessante di filmati lo renderà protagonista di una propria storia da raccontare.
Under the Shadow (2016)
Teheran, 1988. La guerra tra Iran e Iraq è giunta all’ottavo anno. Una madre e una figlia tentano di sopravvivere ai bombardamenti sulla città mentre nel paese infiamma una sanguinaria rivoluzione. Mentre lottano per stare insieme nonostante il terrore, un misterioso male inizia a perseguitarle nella loro abitazione. Babak Anvari, mischia l’orrore dell’attualità a quello della pura fantasia, un ritratto della paranoia e della paura della nostra stessa realtà. 
Il segreto dei suoi occhi (2009)
Classico imprescindibile diretto da Juan José Campanella, vincitore dell’Oscar come miglior film straniero. Pellicola capace di raccontare il più tormentato degli amori, in un’ostile cornice di rara crudeltà. Nel film vediamo Benjamín Esposito, ossessionato da un caso giudiziario di una donna violentata e uccisa a, lasciando un marito devastato e inconsolabile a covare vendetta e un assassino in libertà. 25 anni dopo, pensionato, Benjamín decide di colmare questo vuoto ritornando sulle tracce del caso. Il suo percorso riporterà alla luce un amore corrisposto e mai consumato, sensi di colpa pesanti come macigni e svelerà lentamente la vendetta messa in atto dal marito, intrappolato da 25 anni in una gabbia di dolore senza uscita. Il film ha avuto un remake americano nel 2015, diretto da Billy Ray, che non ha saputo mantenere il cuore, da pellicole d’altri tempi, dell’originale. 

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