Fire Squad – Incubo di fuoco – La recensione del film con Josh Brolin e Miles Teller

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Di Daniele Ambrosini
Non sono poi molti i film con protagonisti i vigili del fuoco, fatta eccezione per i successi di Fuoco Assassino e L’inferno di cristallo, infatti, difficilmente grandi produzioni hollywoodiane e non si sono interessate ad affrontare l’argomento; forse perché questo genere di personaggi si portano dietro un’eredità, non strettamente filmica, piuttosto ingombrante, legata all’immaginario comune che vuole che i vigili del fuoco siano degli eroi moderni e come tali sembrerebbe automatico trattarli in ambito cinematografico: è infatti facile immaginare il viaggio dell’eroe moderno secondo i canoni dell’epica, come un viaggio verso la salvezza tipico dell’eroe classico e spesso adottato dal cinema di consumo. Sorprende Fire Squad – Incubo di fuoco che decide di battere un terreno meno scontato, costruendo un film inaspettatamente interessante.
Il film segue un gruppo di vigili del fuoco che mira a guadagnarsi il grado superiore di Hotshot, questo non solo porterebbe lustro alla città, ma li porterebbe a combattere il fuoco per tutto il paese. A capo di quelli che saranno i Granite Mountain Hotshots c’è Eric Marsh (interpretato dal sempre convincente Josh Brolin), uomo che ha dedicato tutta la sua vita a combattere gli incendi boschivi della zona, che decide di correre un grande rischio nel dare una possibilità a Brendan McDonough (Miles Teller), un giovane tossicodipendente che cerca di ripulirsi e di costruire un futuro migliore per la sua bambina. Tra i due c’è grande intesa e, nonostante qualche piccolo attrito iniziale, Brendan si inserisce nel gruppo che ben presto diventa come una seconda famiglia.

Al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, Fire Squad non è un film d’azione o un survivor movie, ma un dramma familiare dai toni medi, di tanto in tanto toccante e riflessivo, che raggiunge un picco emotivo non indifferente nell’ultima parte. I personaggi di Brolin e Teller sono, al di là dell’impostazione corale della prima metà del film, i veri protagonisti ed attorno a loro e alle loro famiglie, reali e acquisite, gira l’intera pellicola, che riesce a dipingere con una certa maestria un quadro affascinante, in grado di bilanciare gli aspetti privati con l’antefatto storico, un fatto realmente accaduto di cui forse è meglio restare all’oscuro per poter godere al meglio del film. Certo, non tutto funziona alla perfezione, soprattutto nelle prime, abbozzate descrizioni dei protagonisti che si avvalgono di qualche stereotipo narrativo di troppo, ma che, bene o male, assolvono al loro scopo informativo e vengono presto superate. La vera forza di Fire Squad è quella di essere molto attinente alla realtà, di non enfatizzare o mitizzare il lavoro svolto dai Granite Mountain Hotoshots, ma di mostrare le reali attività di questo gruppo di persone, che non sono eroi nel senso epico del termine, ma sono persone normali con vite e storie normali alle spalle. La semplicità con cui è trattata e rappresentata questa storia, che sarebbe potuta facilmente degenerare in un’opera dalla forte retorica, è l’arma vincente di un film che, nonostante non sia esente da difetti, in ultima analisi risulta essere piuttosto piacevole e ben strutturato.
VOTO: 7/10


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