Mission: Impossible – Fallout – La recensione dell’ultimo capitolo della saga di spionaggio con Tom Cruise

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Di Daniele Ambrosini

Nell’ultimo capitolo della saga capitanata da Tom Cruise, l’agente segreto Ethan Hunt tenta di sventare la vendita di tre nuclei di plutonio ad un gruppo terroristico noto come gli Apostoli, guidato dal misterioso John Lark. Poiché il primo tentativo di fermare la transazione fallisce, ai già noti agenti dell’IMF si aggiunge Auguste Walker, un agente della CIA affidato alla missione dal suo superiore, una donna vecchia scuola che non si fida di Hunt e vuole uno dei suoi sul campo per supervisionare lui e la sua squadra nel corso della pericolosa operazione. Hunt e la sua squadra attraverseranno l’Europa nel tentativo di scoprire la vera identità di Lark e di sventare i piani degli Apostoli. 

Il film si apre con un rimando molto chiaro all’Odissea di Omero, modello imprescindibile dell’epica classica e non solo; infatti se dovessimo tracciare un percorso dell’epica nel corso dei secoli potremmo definire il moderno cinema d’azione come l’ultimo approdo del genere. E Fallout non solo subisce l’influenza dell’archetipo per eccellenza, ma per di più non ha paura di metterlo in mostra e di esporsi al confronto. Dopotutto una saga arrivata al suo sesto capitolo ha bisogno di reinventarsi, e quale miglior modo di ripartire se non tornare alle origini del genere e riscoprirne l’intrinseco piacere per il racconto? È interessante notare come molto cinema americano recente abbia deciso di tornare agli archetipi narrativi greci e di confrontarcisi, solo nell’ultimo anno Il sacrificio del cervo sacro e Hereditary – le radici del male hanno ripreso e rielaborato strutture e suggestioni tipiche della tragedia, Mission: Impossible è probabilmente il primo blockbuster a tentare un accostamento tanto azzardato quanto interessante.
E se di rilancio doveva trattarsi, Mission: Impossible – Fallout ha sicuramente trovato il modo migliore di rilanciare un franchise che dopo oltre vent’anni rischiava di iniziare a mostrare segni di cedimento, ma che, al contrario, è decisamente migliorato con il tempo. Fallout è un film d’intrattenimento incredibilmente ben confezionato che non si accontenta solamente di creare delle grandiose scene d’azione, ma che costruisce una trama insolitamente complessa per un film pensato per il grande pubblico, che si risolve con una lunga serie di colpi di scena e tradimenti e che – come accennato prima – scomoda addirittura sensazioni e strutture tipiche dell’epica classica. Tutto ciò è merito di una sceneggiatura molto solida, che è alla base di un film portato avanti da una regia curatissima e da un lavoro strepitoso da parte di tutti i compartimenti tecnici – non è un caso che proprio quest’anno in molti stiano chiedendo a gran voce la creazione di una nuova categoria agli Oscar per premiare gli stuntman. Buone anche le prestazioni di tutto il cast, arricchito da alcune mirate new entry su cui spiccano Henry Cavill e Vanessa Kirby, al suo primo ruolo importante dopo la sua uscita dal cast di The Crown.
Come film d’intrattenimento Mission: Impossible – Fallout è un film ottimo. Divertente, avvincente e soprattutto mai banale, in grado di giocare con le svolte di trama più assurde e improbabili, volute dal format della saga, senza mai prendersi troppo sul serio. Forse non sarà il film perfetto in senso assoluto che buona parte della critica statunitense sta pubblicizzando, ma si tratta comunque di un film di ottima fattura; che sia, in fin dei conti, un’avventura innocua e completamente fine a sé stessa, è soltanto un dettaglio che il grande pubblico sarà pronto ad ignorare.

VOTO: 7/10


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