Venezia 75: Dragged Across Concrete – La recensione del film con Mel Gibson e Vince Vaughn

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Di Daniele Ambrosini
Mel Gibson e Vince Vaughn interpretano Brett Ridgeman e Anthony Lurasetti, una coppia di poliziotti violenti che un giorno vengono filmati durante un arresto condotto in maniera non ortodossa. Questo procura ai due una sospensione di sei settimane, non retribuite, in un momento delicato nella vita di entrambi: Brett ha bisogno di lavorare per prendersi cura della moglie malata di sclerosi multipla e per potersi permettere di trasferirsi in un quartiere più sicuro per sua figlia; mentre Anthony aspetta il momento giusto per fare la proposta di matrimonio alla sua fidanzata.
Non disposti a starsene con le mani in mano, i poliziotti temporaneamente sospesi decidono di rimboccarsi le maniche e tentare di sventare una misteriosa attività criminale, così da rubare a dei criminali i soldi necessari per garantirsi la stabilità che il loro lavoro non sembra più garantirgli.
Con Dragged Across Concrete, S. Craig Zahler si conferma uno dei nuovi autori più interessanti del panorama cinematografico americano. Grazie alla sua innata capacità di spaziare tra i generi pur mantenendo un’invidiabile unità narrativa ed uno stile unico ed immediatamente riconoscibile, Zahler è riuscito a realizzare un’opera estremamente ambiziosa e stratificata che rappresenta un passo avanti rispetto ai precedenti Bone Tomahawk e Brawl in Cell Block 99, che erano opere valide ma decisamente meno compiute di Dragged Across Concrete. Se Bone Tomahawk a prima occhiata era un western e Brawl era un dramma carcerario, questo ultimo film si presenta come un dramma poliziesco per poi, come tipico del cinema di Zahler, rivelarsi qualcosa di molto più strutturato di un classico film di genere.


Ciò che stupisce di più in Dragged Across Concrete è l’attenzione che Zahler mette nella caratterizzazione dei suoi personaggi, quanto a fondo scavi per pennellare un ritratto completo. Non è infatti una cosa comune che un film d’azione utilizzi così tanto tempo sullo schermo per presentare ed approfondire i suoi personaggi, compresi quelli secondari (interessantissima la sequenza dedicata a Jennifer Carpenter). Zahler non resta mai intrappolato nelle strutture del cinema di genere, ma fonde e alterna numerosi registri narrativi per realizzare un’esperienza cinematografica completa. Dragged Across Concrete è un crime thriller a tinte noir costruito come un dramma corale infarcito di una sottile ma costante ironia, in cui la violenza si dimostra un’elemento narrativo portante ma mai abusato, anzi; questo è il film meno violento di Zahler, che ha quasi del tutto abandonato il retrogusto pulp delle sue pellicole precedenti a favore di un realismo visivo in cui la violenza è semplicemente uno strumento narrativo crudo ed efficace, fondamentale per l’intreccio della trama.
Nonostante un finale non eccellente – ma comunque pienamente in linea con quanto fatto fino a quel momento – e un po’ troppo sbrigativo, Dragged Across Concrete si dimostra un film nel complesso molto buono, in grado di divertire ma anche di generare tensione, capace di cavalcare e prevaricare i limiti del genere cinematografico e di stupire. Le quasi tre ore di film scorrono via in un baleno e se ne guarderebbero volentieri altre tre, tanto Zahler riesce a tenerle bene.

VOTO: 8/10


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