Divo, attore e showman: uno sguardo alla carriera di Hugh Jackman

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Di Giuseppe Fadda

Oggi sono 50 anni tondi per Hugh Jackman, l’attore australiano il cui talento multiforme spazia dal canto, al ballo alla recitazione. Forse non è tra gli attori più grandi della sua generazione, ma se una cosa è certa è che è uno dei più amati. Forse perché ha interpretato l’amatissimo personaggio di Wolverine in molteplici occasioni; o forse per il suo carisma e la sua personalità alla mano, che lo rendono anche un ottimo presentatore per gli awards show (ruolo che ha ricoperto in occasione degli Oscar e dei Tony); qualunque sia la causa, non c’è dubbio che Jackman sia un attore capace di attirare non solo l’attenzione ma anche e soprattutto l’affetto del pubblico.

In fondo, col pubblico Jackman ha sempre avuto un rapporto molto stretto dal momento che la sua carriera non è nata al cinema bensì a teatro. Nel corso degli anni 90 ha interpretato Gaston nell’edizione australiana del musical La bella e la bestia e Joe Gills nell’adattamento australiano di Sunset Boulevard di Andrew Lloyd Webber. Il suo più grande successo sul palcoscenico arriva nel 1998 con la sua interpretazione nel ruolo di Curly in Oklahoma!, ruolo che riprenderà anche in un adattamento cinematografico dell’anno successivo. Grazie ad Oklahoma!, Jackman comincia a farsi conoscere al di fuori dell’Australia ma la consacrazione definitiva arriverà con X-Men di Bryan Singer: il film è un successo, anche grazie all’interpretazione di Jackman nel ruolo di Wolverine. Si tratta di un caso fortuito di casting assolutamente ineccepibile, tanto che ancora oggi è difficile discernere il personaggio di Wolverine dal ritratto iconico offerto da Jackman, il quale ha interpretato il personaggio in numerosissimi altri film (X-Men 2, X-Men – Conflitto finale, X-Men Le origini – Wolverine, X-Men – L’inizio, Wolverine – L’immortale, X-Men – Giorni di un futuro passato, X-Men – Apocalisse e Logan – The Wolverine).  
Parallelamente ai film sugli X-Men, Jackman esplora generi diversi lavorando anche con alcuni dei registi più interessanti della scena: si afferma come buon protagonista di film romantici con film Kate & Leopold, al fianco di Meg Ryan, per cui riceve una nomination ai Golden Globe; lavora con Darren Aronofsky in The Fountain – L’albero della vita (2006) e con Woody Allen in Scoop (2006). Il suo più grande trionfo del decennio è probabilmente The Prestige (2006), meraviglioso film di Christopher Nolan in cui Jackman si affianca a Christian Bale. Nel ruolo del prestigiatore Robert Angier, Jackman fa uso del suo straordinario carisma e della sua abilità indiscussa come intrattenitore, ma dimostra anche una versatilità e sottigliezza mai rivelata prima, riuscendo a creare un personaggio completo e coerente anche di fronte all’intricata e complicata struttura del film. 
Film come Australia (2008) e Il ventaglio segreto (2011) non ricevono il successo di critica sperato, ma nel 2012 Jackman regala quella che è forse la sua interpretazione più acclamata, ovvero quella di Jean Valjean nel musical Les Misérables diretto da Tom Hooper. Si tratta di un ruolo esigente per molteplici ragioni: innanzitutto perchè è un ruolo quasi interamente cantato; in secondo luogo, perché il film copre un arco di tempo molto lungo, richiedendo quindi all’attore di rappresentare varie fasi della vita del personaggio; e in terzo luogo, perché è un ruolo che richieda una certa trasformazione fisica, specialmente per quanto riguarda le scene iniziali che vedono il personaggio emaciato e denutrito. Jackman si dimostra perfettamente all’altezza del ruolo: la sua è un’interpretazione emozionante che cattura tutte le sfaccettature del personaggio, un ladro in cerca di redenzione. Per questo film, vince il Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musicale e riceve la sua prima candidatura all’Oscar.
Negli anni successivi a Les Misérables, Jackman cerca di sperimentare ulteriormente e di affrontare ruoli fuori dalla sua comfort zone. Nel 2013 è protagonista di Prisoners, thriller di Denis Villeneuve, in cui interpreta un padre disposto a tutto pur di ritrovare sua figlia, che è stata rapita. La sua performance ha diviso la critica: alcuni hanno apprezzato la sua intensità esplosiva, altri l’hanno giudicata sopra le righe e monocorde. Il 2017 è stato un anno decisamente prolifico per Jackman: il suo passion project The Greatest Showman è stato un inaspettato campione d’incassi malgrado le critiche prevalentemente negative (e si tratta infatti di un film e di un’interpretazione che scadono troppo spesso nella stucchevolezza); e il suo ultimo film in cui veste i panni di Wolverine, Logan – The Wolverine, è stato un enorme successo sia di critica che di pubblico. Non sarebbe un’esagerazione dire che si tratta della più grande interpretazione della carriera di Jackman: il suo addio al personaggio è un vero e proprio canto del cigno, un ritratto profondo, sentito, tanto brutale quanto malinconico. 
Il prossimo film di Jackman sarà The Front Runner, in cui l’attore interpreterà Gary Hart, candidato democratico alle elezioni americane del 1988 travolto da uno scandalo causato dalla sua relazione extra-coniugale con la modella Donna Rice. Il film, presentato al Festival di Telluride, ha ricevuto recensioni tiepide ma l’interpretazione di Jackman è stato oggetto di plauso. Riuscirà l’attore a ottenere la sua seconda nomination all’Oscar?

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