Venom – La recensione del film Marvel con Tom Hardy e Michelle Williams

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Di Simone Fabriziani

Da giornalista, Eddie Brock (Tom Hardy) ha combattuto una sorta di battaglia contro il geniale Carlton Drake (Riz Ahmed), il fondatore della Life Foundation, ma ciò ha finito con il rovinare la sua carriera e la relazione con la fidanzata Anne Weying (Michelle Williams). Dopo aver indagato su uno degli esperimenti di Drake, Eddie vede il suo corpo diventare la casa perfetta dell’alieno simbionte Venom, che gli dona nuovi incredibili super poteri e la possibilità di fare qualsiasi cosa desideri. Enigmatico, imprevedibile, complesso e mosso da rabbia, Venom porta a Eddie a confrontarsi con le sue abilità tanto pericolose quanto complesse. Ben presto, però, sarà difficile capire dove finisce Eddie e dove comincia Venom.

Arriva nelle sale italiane il 4 ottobre il nuovo cinecomic targato Marvel e prodotto da Columbia Pictures in associazione con Sony. Integralmente slegato dalle vicende narrative dell’uomo ragno di New York (ora con gli Avengers), il Venom diretto da Ruben Fleischer sembra essere un lungometraggio supereroistico che sbarca sul mercato cinematografico attuale, saturo di comic book movies, fuori tempo massimo. Croce e delizia di un titolo però, nonostante i suoi numerosi difetti, affascina anche per la sua inedita dimensione anacronistica.

Sgangherato e insospettabilmente dai toni ironici alla buddy movie, il Venom di Fleischer non è tutto sommato il disastro annunciato; lungo la sottilissima linea di un altrettanto sottile costruzione narrativa (c’è nascosta l’efficacia della storia di origini dello Spider-Man del 2002 di Sam Raimi, ma di strada ne è stata battuta da sedici anni a questa parte nel genere, e la forza intrinseca del racconto cade inesorabilmente) c’è la chimica ironica e inaspettata tra un divertito Tom Hardy e il sinistro simbionte, vero punto di forza vitale di un racconto di origini che, nei suoi nodi narrativi più scevri, annoia anche un po ed inanella una figura di villain e di spalla femminile trascurabili e trascurati da una scrittura impietosa e poco brillante. Difficile fare previsioni sull’immediato futuro, ma non è di certo roseo per una saga standalone nell’universo cinematografico Marvel che viene anche pomposamente reiterata in una delle due ormai tradizionali scene post-crediti.
Riusciranno i risultati del box-office internazionale a giustificarne un sequel?
VOTO: 6/10




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