The Front Runner – Il vizio del potere – La recensione del dramma politico di Jason Reitman

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Di Simone Fabriziani

Nel 1988 Gary Hart, politico democratico, è considerato il favorito per la corsa alle elezioni presidenziali. La sua campagna subisce però una battuta d’arresto a causa dell’accusa di avere una relazione extraconiugale con l’attrice Donna Rice. In breve ciò porterà il senatore Hart ad abbandonare i suoi propositi elettorali. Arriva nelle sale italiane con Sony Pictures il prossimo 21 febbraio The Front Runner – Il vizio del potere, il nuovo film diretto dal candidato all’Oscar Jason Reitman.

Scritto a sei mani dallo stesso Reitman, da Jay Carson e da Matt Bai, e ispirato al libro “All the Truth is Out” dello stesso Bai, The Front Runner è stato presentato lo scorso anno al Telluride Film Festival in anteprima mondiale con ottime accoglienze da parte di molta della stampa usa per la performance dell’australiano Hugh Jackman nei panni del senatore democratico Gary Hart, ma fredda invece è stata quella verso il prodotto finito di Reitman, reduce pochi mesi prima di un buon riscontro (ma flop al box-office americano) con Tully. A ben guardalo, The Front Runner – Il vizio del potere è anche il film che più si discosta in ambizioni e forma narrativa dal cinema dei sentimenti di Jason Reitman.

Se ne discosta perché ne racconta i retroscena di uno dei maggiori scandali privati nella storia della politica statunitense recente dal punto di vista di chi ne tesse le sorti, nel bene e nel male; protagonisti del focus narrativo del film sono difatti i membri del team elettorale di Gary Hart, gli operosi fabbricanti di verità e bugie dietro vittorie e disfatte del sanguinoso teatro della politica americana; la ascesa a candidato alle primarie democratiche nel 1988 di Hart e il suo repentino declino a causa della relazione extraconiugale sono il contraltare di una feroce satira al vetriolo del prezzo da pagare per sopravvivere in un oceano di squali affamati. Apologia della difesa dell’etica in campo politico, il dramma scritto e diretto da Jason Reitman però non affonda i denti come avrebbe potuto.
Troppo preso nell’esaminare miserie e nobiltà di uno scandalo politico che ha cambiato per sempre l’opinione pubblica statunitense sulla res societatis e sull’integrità etica della classe governativa, The Front Runner a conti fatti si attesta come uno dei lungometraggi minori nella carriera sempre in divenire dell’autore statunitense, ingarbugliato com’è nel voler estirpare ogni traccia di tensione o dramma privato nella figura del politico democratico, preferendole le conseguenze burocratiche e i meccanismi di background. Spietato ma privo di retorica, asciugato nella sua tensione narrativa eppure lontano da prese di posizione, visioni o ambizioni cinematografiche.
Nel cast, ancora una volta, i veterani del cinema di Reitman J.K. Simmons e Vera Farmiga.
VOTO: 6/10




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