Il ragazzo che diventerà re – La recensione del fantasy medioevale inglese

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Di Daniele Ambrosini

Il ragazzo che diventerà re parte dalla mitologia e dal folklore inglese per creare un film d’avventura per famiglie come non se ne fanno più. Il secondo film da regista di Joe Cornish, dopo la commedia fantascientifica Attack the Block, è un film d’altri tempi, che riporta alla memoria titoli come I Goonies, Jumanji e tanto cinema per ragazzi anni ’80 e ’90, un film di formazione gentile e delicato, pronto a diventare un cult per le generazioni a venire, nonostante il box office disastroso. 

Alex è un ragazzo inglese di 12 anni che un giorno, fuggendo da Lance e Kaye, due bulli che l’hanno preso di mira per aver tentato di difendere il suo migliore amico Bedders da loro, si rifugia in un cantiere. Lì trova una spada, conficcata in una roccia; Alex, senza pensarci troppo, decide di tentare di tirarla fuori da lì, e ci riesce al primo colpo. Non poteva immaginare che quella spada nella roccia fosse la vera ed unica Spada nella roccia, l’Excalibur di Re Artù, e che il suo gesto avrebbe portato a compimento una profezia vecchia mille anni e risvegliato Morgana, una strega malvagia relegata nel sottosuolo dallo stesso Artù che ora minaccia di prendersi la sua corona e dominare il Regno Unito.
Nella costante ed archetipica lotta tra il bene e il male che muove l’azione nel mondo favolistico e nella mitologia medioevale, elementi sui quali il film si basa, i bambini sono come argilla. Plasmabili facilmente a favore dell’uno o dell’altro, ma naturalmente inclini al bene. Alle volte deviati dall’ambiente circostante, ma mai interamente corrotti, i bambini sono la risorsa narrativa più forte per comprendere gli errori degli adulti. E questo Joe Cornish lo sa bene. Il regista inglese, infatti, imposta il suo film come un’enorme metafora della situazione politica dell’attuale Regno Unito e non solo. Quello dipinto da Cornish è un paese senza una guida che sta attraversando un momento buio, nel quale chi sfrutta la paura ed è mosso dall’arroganza e dalla sete di potere tenta di prendere il sopravvento. Non certo il massimo della retorica, o il più velato dei sottotesti; tuttavia, Cornish crede davvero in questi ragazzi e guarda a loro con grande speranza, forse un po’ ingenuamente, e questo lo spinge a narrare con trasporto la loro storia. 
Il ragazzo che diventerà re è un film dolce, non tanto per i buoni sentimenti dei quali è inevitabilmente intriso, visto anche l’intento politico, un po’ goffo ma comunque ammirabile che muove il regista, ma perché costringe lo spettatore a rielaborare le tematiche proprie di quell’età e di quel tipo di cinema che, purtroppo, appartiene al passato ed ha una fortissima carica nostalgica. Il ragazzo che diventerà re è un film sull’amicizia e sulla necessità di affrontare avversità, è il classico film che ti ricorda che nessuno ha amici (o avventure) come quelli che si hanno a 12 anni, o giù di lì. Essendo però, il coming of age in generale, un genere molto codificato il rischio con un film del genere è che la rielaborazione di questi temi risulti meccanica, ma quel trasporto e quella fiducia incondizionata nella bontà d’animo dei suoi protagonisti che muove Cornish fa sì che il tutto risulti credibile, dall’inizio alla fine, elemento magico o meno, sottotesto politico o meno. In fondo, ciò che conta davvero in film del genere sono i ragazzi e questi ragazzi sono credibili, divertenti ed interessanti, al netto del fatto che in un primo momento sembrino corrispondere a dei ruoli predefiniti, delle maschere tipiche del film di formazione, perché Cornish crede in loro ed è realmente interessato a questi bambini, perché il suo sguardo nei loro confronti è carico di dolcezza. 
A capitanare un cast di giovani interpreti in grande forma c’è Louis Ashbourne Serkins, figlio del leggendario Andy Serkins, semplicemente perfetto nei panni di Alex. 
Il ragazzo che diventerà re ha una struttura rigorosissima, molto classica. Una sceneggiatura da manuale, in cui tutto, alla fine dei giochi, torna ed in cui lo spettatore, pur conoscendo perfettamente le tappe del percorso dell’eroe, non ha modo di perdere interesse per la storia di Alex ed i suoi cavalieri improvvisati. In poche parole, Il ragazzo che diventerà re è un film divertente, carico di azione, avventura, effetti speciali. E poco importa che alla fine quel messaggio di fiducia verso le generazioni future abbia una così forte connotazione politica, perché se non si sacrifica l’intrattenimento, ogni tanto va bene anche parlare chiaro. Film genuini come questo, poi, ci ricordano che il cinema per ragazzi ha ancora delle grosse potenzialità.
VOTO: 7/10