Come sarebbe stato ‘La sirenetta’ di Sofia Coppola con Maya Hawke nei panni di Ariel

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Di Gabriele La Spina

Nelle scorse settimane il web è stato infiammato dalla notizia di Halle Bailey, attrice nonché cantante afroamericana, scelta per impersonare Ariel nel live-action Disney dedicato a La sirenetta, classico del 1989; decisione che ha diviso il pubblico a metà tra i puristi in cerca della sirena red head che ha contraddistinto la loro infansia e chi resta aperto a nuove prospettive sullo storytelling di un classico reimmaginato.

Che si tratti di una scelta politically correct, o di una specifica ricollocazione geografica della storia di Hans Christian Andersen, solo il tempo ci dirà se quella della Bailey, così come il resto del cast, da Melissa McCarthy nei panni di Ursula, fino a Jacob Tremblay e Awkwafina come Flounder e Scuttle, sarà una scommessa vinta. Tuttavia quando si parla della sirena più celebre dell’immaginario collettivo, non ci viene che pensare all’adattamento perduto di Sofia Coppola.
Era un progetto della Universal Pictures, che si sarebbe discostato dai canoni disneyani, la cui produzione ebbe inizio nel lontano marzo del 2015. La Coppola, sembrava una scelta perfetta in quanto regista dalla cifra stilista inconfodibile, capace di racchiudere i propri personaggi in una sorta di bolla temporale, basti pensare alle donne isolate tra guerra e frustrazione in The Beguiled, o la coppia di “stranieri” di Lost in Translation. La prospettiva era di un adattamento dall’impronta totalmente autoriale, con richiami ai meandri più dark del racconto originale tagliati dal classico Disney; da scene di avvelenamenti al suicidio. Eppure le divergenze creative tra la Universal e la regista di Marie Antoinette emersero in breve tempo, si parlava del desiderio di girare il film interamente sott’acqua bandendo l’uso di CGI, così nel giugno dello stesso anno la Coppola lasciò il progetto.
Nel corso degli anni tra le interviste alla regista il progetto è sempre emerso, forse tra i più grandi rammarici di Sofia, che di volta in volta rivela uno spunto in più di ciò che avremmo potuto vedere. Ricordiamo bene quando rivelò che Nicole Kidman, per lei protagonista di The Beguiled, sarebbe stata la sua strega del mare. “Quando a un certo punto stavo lavorando a La sirenetta, volevo che fosse lei la strega del mare, sarebbe stata come una strega del mare diva“, spiegò la regista. “Lei è così eccezionale nei ruoli contorti“. Durante la promozione della serie televisiva di Netflix, Stranger Things è invece venuto alla luce grazie a The Hollywood Reporter il nome di colei che avrebbe interpretato Ariel, ovvero Maya Hawke; figlia di Ethan Hawke e Uma Thurman, interprete rivelazione della serie dei Fratelli Duffer giunta alla sua terza stagione.
Probabilmente, a prescindere dal casting, che forse ad oggi potrebbe risultare anche meno interessante di quello della versione che mai vedremo di Sofia Coppola, sembra in fin dei conti effimero nutrire alte aspettative sull’adattamento di un classico Disney che mira dopotutto a convincere la famiglie, su ampia scala. Un talking quasi eccessivo è scaturito dai social network in quest’ultimo periodo, per un progetto che quasi indubbiamente non cambierà le sorti del cinema; ne smuoverà alcun pensiero, come avrebbe voluto fare Sofia, ma non ha fatto a causa del condizionamento di una major. E quando si parla di blockbuster difficilmente si tratta di qualcosa che può cambiare le sorti.

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