‘No Time to Die’: Billie Eilish come Adele e Sam Smith?

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Di Daniele Ambrosini

Billie Eilish, la giovanissima cantante americana esplosa con un album inciso nella sua cameretta e prodotto da suo fratello Finneas, ha avuto un anno eccezionale. Il suo album di debutto “When We All Fall Asleep, Where Do We Go?” e la sua hit “Bad Guy” hanno raggiunto la massima posizione delle classifiche Billboard, facendo di lei una delle più giovani interpreti a fare ciò, nonché la prima persona nata dopo il 2000 a raggiungere la massima posizione della Hot 100 e della Hot 200 (le classifiche di singoli e album). A questo è seguito un trionfo epocale ai Grammy, dove è diventata solamente la seconda persona nella storia del premio a vincere i quattro premi principali della serata, nonché la prima donna a raggiungere tale traguardo, la più giovane vincitrice del miglior album e la prima persona nata in questo secolo a ricevere un grammofono.

Come se non bastasse, poco prima della sua grande serata agli Oscar della musica, era stato annunciato che proprio lei avrebbe avuto l’arduo compito di comporre il tema musicale del prossimo film di James Bond, No Time to Die. È ormai tradizione che un cantante di rilievo componga il brano originale che funge da colonna portante delle avventure dell’agente segreto più famoso del grande schermo, tuttavia chi ha realizzato questi pezzi per gli ultimi due film, Skyfall e Spectre, ha poi anche vinto l’Oscar alla miglior canzone originale, ciò fa sì che le aspettative siano piuttosto alte, ma anche che la Eilish parta con un certo vantaggio per la corsa all’Oscar del prossimo anno. 
Curiosamente, Adele aveva vinto il suo Oscar per il brano “Skyfall” l’anno dopo aver fatto piazza pulita ai Grammy con il suo album “21”, che conquistò 6 riconoscimenti, compresi album e canzone dell’anno, e lo stesso successe a Sam Smith che prima di vincere, un po’ a sorpresa, l’Oscar per “Writing’s On The Wall” aveva vinto 4 Grammy l’anno precedente. Che pure Billie Eilish possa seguire questa traiettoria? Forse è un po’ presto per dirlo, ma tutto sembra indicare che, con un buon pezzo, la Eilish avrebbe buone probabilità di ottenere almeno la candidatura.

Un altro dato piuttosto interessante da riportare è che l’unico altro artista ad aver vinto i quattro premi principali dei Grammy, Christopher Cross (1981), ha poi vinto un Oscar alla miglior canzone l’anno successivo per aver composto “Arthur’s Theme (Best That You Can Do)” per il film Arturo. 
Potrebbe non trattarsi di una semplice coincidenza, poiché una vittoria tanto significativa al più importante premio musicale dell’industria americana, potrebbe generare abbastanza interesse da portare l’artista nelle grazie di buona parte dei votanti del branch dell’Academy predisposto alle categorie musicali, ovvero creare abbastanza buzz da sostenere un artista nel corso della stagione dei premi successiva. Saperlo cavalcare, poi, è tutto un altro paio di maniche. A sfavorire la Eilish potrebbe esserci la sua giovane età e il suo approccio musicale, forse poco nelle corde dei votanti dell’Academy, di età media piuttosto avanzata e storicamente più favorevoli a composizioni strumentali. 
In caso di vittoria agli Oscar 2021, Billie Eilish diventerebbe la più giovane vincitrice di un Oscar in qualunque categoria al di fuori di quelle recitative. Il record al momento appartiene a Merkéta Irglovà, vincitrice proprio del premio alla miglior canzone nel 2008 per “Falling Slowly” quattro giorni prima di compiere 20 anni. La Eilish avrebbe 19 anni e 2 mesi. 
Fonte: GoldDerby


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