Esterno Notte – La recensione della serie di Marco Bellocchio presentata a Cannes

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Di Simone Fabriziani

Le violenze delle Brigate Rosse, nell’Italia del 1978, culminano con il rapimento di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, avvenuto il 16 marzo, giorno dell’insediamento del governo che avrebbe dovuto suggellare un’alleanza senza precedenti proprio tra la DC e il PCI (Partito Comunista Italiano). Moro viene rapito dalle Brigate Rosse sulla strada per il Parlamento e da quel momento comincia una prigionia che terminerà cinquantacinque giorni dopo con il ritrovamento del suo cadavere in un’auto, a Roma, a metà strada tra le sedi dei due partiti. Presentato a Cannes 75 nella sezione Premiére e in sala con la prima parte da mercoledì 18 maggio, Esterno Notte è il nuovo, ambizioso progetto dietro la macchina da presa per Marco Bellocchio.

In Esterno Notte il cineasta italiano si avventura per la prima volta in territorio televisivo (il progetto è una serie suddivisa in sei episodi che arriverà in autunno in Rai divisa in tre serate evento) firmando la regia e la co-scrittura di tutti gli episodi (lo script è altresì curato da Stefano Bises, Ludovica Rampoldi e Davide Serino); ripartendo nuovamente dalla figura di Aldo Moro, del suo rapimento per mano delle Brigate Rosse e la sua successiva uccisione come era già accaduto con il più intimista Buongiorno, Notte (2002), Bellocchio realizza un vero e proprio affresco dai toni ariosi e monumentali su una delle pagine più nere dalla storia della Repubblica Italiana. Stavolta però, lo fa raccontando il presidente della Democrazia Cristiana da molteplici punti di vista.

Punti di vista inediti che fanno da miracoloso collante narrativo delle sei parti in cui è suddiviso l’ambizioso progetto televisivo; ogni capitolo racconta i cinquantacinque giorni più lunghi e dolori della Repubblica Italiana dal punto di vista di personaggi vicini a Moro: il rapito stesso (un portentoso e dolente Fabrizio Gifuni, che già era stato il volto del Presidente della DC in Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana), Papa Paolo VI (Toni Servillo), la moglie Eleonora e la famiglia capitanata da una struggente Margherita Buy, alcuni membri delle Brigate Rosse ed infine l’allora Ministro degli Interni Francesco Cossiga (il ritratto inedito fragile del futuro Presidente della Repubblica è di Fausto Russo Alesi, una rivelazione).


Lontano dall’ideologia militante del precedente illustre Buongiorno, Notte, qui Marco Bellocchio affresca un quadro corale onesto e lucidissimo, privo di patetismi ed indulgenze narrative e linguistiche di sorta, raccontando con passione, meticolosità e potenza visiva i cinquantacinque giorni che hanno luttuosamente cambiato per sempre le sorti della Prima Repubblica nostrana. E Bellocchio lo fa sostenendo con occhio tenero, quasi affettuoso ogni personaggio a cui appartengono i molteplici punti di vista. In Esterno Notte, il regista non vuole “puntare il dito” né addossare responsabilità politiche e civili su nessuno dei suoi protagonisti, trovando invece una chiave di lettura di grande umanità e fragilità in ognuno di essi, che la avvicina di più al moto della pietas greco-romana.
Un imperdibile appuntamento sul grande (e piccolo) schermo che dimostra quanto nella Storia, quella  maiuscola, non è fatta di vincitori e perdenti, ma solo di esseri umani le cui ferite possono sanguinare ancora ed ancora, insozzando le vicende storico-politiche dell’Italia nel passato, nel presente e nel futuro.

Esterno Notte debutta nelle sale italiane a partire da mercoledì 18 maggio con la prima parte, dal 9 giugno con la seconda, e in autunno su Rai 1 in tre serate evento

VOTO: ★★★★½


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