Decision To Leave – La recensione del film di Park Chan-wook vincitore a Cannes

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Di Dario Ghezzi

Hae-jun è un detective sposato con una donna che ama e che ricambia ma un giorno viene chiamato a risolvere un caso strano. Un uomo è morto scalando una montagna e la sua giovanissima moglie, l’espatriata Seo-rae, non sembra soffrirne particolarmente. Hae-jun, funzionario devoto alla giustizia, viene ammaliato dalla figura della donna e mentre prosegue le indagini inizia ad innamorarsi di lei fino a quando anche un altro uomo legato a Seo-rae perde la vita. Fino a che punto potrà spingersi l’uomo per scagionarla senza finire egli stesso manipolato o, peggio, morto? 

Questa è la trama di Decision to Leave, il nuovo film del coreano Park Chan-wook che crea un ibrido cinematografico che mescola poliziesco, thriller e sentimento, il tutto con uno stile molto ricercato in cui le immagini assumono una forza notevole, rafforzando il dramma.

L’indagine di Hae-Jun non è solo legata al suo lavoro ma l’uomo indaga sui suoi sentimenti, man mano che procede con la ricerca della verità sprofonda in una crisi che scompagina tutti gli “indizi” e le certezze del suo cuore. Stando a quanto dichiarato dallo stesso regista, in questo film c’è molto più sentimento, a discapito delle scene erotiche che sono quasi totalmente assenti dal film e che caratterizzavano molti suoi film precedenti. In effetti, Chan-wook sembra allontanarsi da quegli elementi ridondanti che avevano fatto la fortuna della “trilogia della vendetta” e in Decision to leave viene smussato anche un certo manierismo. 

Ne deriva un’opera dalla struttura molto classica che sembra però non voler dare risposte, fino in fondo, allo spettatore. Quest’ultimo, proprio come il detective, cerca, tassello dopo tassello, di sbrogliare la matassa ma resta col dubbio: quanto quella di Hae-jun sia un’ossessione e quanto vero sentimento e, soprattutto, quanto il gioco di seduzione di Seo-rae sia un ricambiare l’amore oppure solo un modo per scagionare se stessa. 

Decision to Leave sfrutta anche la tecnologia moderna, ovvero scambio di messaggi sul cellulare e audio vocali, facendone elementi imprescindibili della narrazione. Sicuramente tanti i rimandi a un certo cinema hitchcockiano, come ad esempio a La donna che visse due volte e anche l’interpretazione misurata dei due protagonisti sembra ricordare molte pellicole del regista britannico.

In conclusione, Decision to Leave si presenta come un film armonioso, sicuramente intenso che lascia sbalordito e inquieto lo spettatore fino alla fine, lasciando a lui stesso l’interpretazione dell’ambiguo finale.

Decision To Leave arriva nelle sale italiane con Lucky Red a partire da giovedì 2 febbraio

VOTO: ★★★


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