E se Barbie fosse il favorito agli Oscar?

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Di Simone Fabriziani

E se fosse in realtà Barbie il favorito agli Oscar 2024? Le nomination alle statuette assegnate ogni anno dalla Academy of Motion Picture Arts and Sciences verranno svelate solamente il prossimo 23 gennaio, mentre la cerimonia di premiazione accadrà domenica 10 marzo a Los Angeles. Eppure, la pioggia di premi della stampa di settore americana e le 7 nomination ai Golden Globe (senza dimenticare le 13 candidature ai Crtics’ Choice Awards) parlano chiaro: Oppenheimer è virtualmente in vantaggio. Almeno per ora.
Perché se le (tante) candidature ricevute dal campione al box-office firmato da Christopher Nolan presagiscono una potenziale performance dorata per il biopic dedicato a J. Robert Oppenheimer, è da ricordare che queste ultime sono espressione del sentire attuale e delle preferenze di critica cinematografica e stampa di spettacolo. Vale a dire, membri e personalità del giornalismo che non fanno assolutamente parte dell’Academy, e nemmeno dei sindacati. I professinisti del cinema (attori, registi, sceneggiatori e tutte le maestranze tecniche ed artistiche) sono coloro che stabiliscono in ultima istanza i risultati degli importantissimi riconoscimenti dei PGA, DGA, SAG e Bafta, per intenderci, eventi cerimoniali di peso ben maggiore rispetto ai Golden Globe e ai Critics’ Choice, che pur influenzando candidati ed (alcuni) vincitori poi degli Oscar, sono pur sempre assegnati da non “addetti ai lavori”. In questo preambolo, come si posiziona Barbie?
Il fenomeno socio-culturale diretto da Greta Gerwig e co-scritto assieme a Noah Baumbach potrebbe essere, a conti fatti, il vero trionfatore agli Oscar 2024. Innanzitutto perché è lungometraggio specchio di un risultato cinematografico senza precedenti: uscito nelle sale nel mese di luglio 2023, è stato il più alto incasso al botteghino globale con circa 1,4 miliardi di dollari, il più alto risultato commerciale per una regista donna ed evento pop che ha messo d’accordo pubblico (più di quello che si aspettava) e critica di settore. Al netto dei suoi detrattori, Barbie è il lungometraggio simbolo dell’anno che si sta per chiudere, la produzione cinematografica magari non migliore (il relativismo del “meglio” o “peggio” lo lasciamo ai posteri) ma più significativa. Un favola orgogliosamente femminista che parla in presa diretta con le generazioni di ieri e di oggi, abbattendo con brio e leggerezza (ma mai superficialità) il sistema patriarcale occidentale. Dunque, un film anche particolarmente rilevante se imbevuto delle problematiche e delle urgenze della società attuale, con un occhio al problematico passato della nostra cultura ed uno tutto puntato verso un futuro di concrete parità di diritti ed opportunità di genere.

Senza contare che il fenomeno Barbie si è già palesato nelle tantissime candidature ottenute sia ai Golden Globe che ai Critics’ Choice Awards: nel primo caso, ben 9 nomination (record numerico assoluto per i premi della Hollywood Foreign Press Association), nel secondo nientepopodimeno che con18 menzioni, un numero impressionante. Al netto delle concrete possibilità di vittoria presso le associazioni della stampa estera di Hollywood e della Broadcast Film Critics, è un segnale che potrebbe anticipare un cambio di rotta a partire da metà gennaio, con l’arrivo delle candidature alle guilds, ai Bafta e agli Oscar. Perché Barbie ci sembra, sulla carta, il film perfetto per sbancare prima ai Golden Globes (quantomento, la statuetta per il miglior film commedia/musicale ci sembra scontato), poi ai SAG e forse ai Producers Guild Awards.

Un trionfo, quello presso il sindacato dei produttori hollywoodiani, che potrebbe essere statisticamente significativo e concretamente possibile. I PGA Awards (le nomination verranno svelate il prossimo 12 gennaio 2024) sono gli unici trofei che sfruttano la modalità di voto preferenziale per determinare il titolo vincitore, oltre all’Academy. Una guild che nelle edizioni passate ha incoronato film come Everything Everywhere All At Once, Coda, Nomadland, Green Book, La forma dell’acqua, Birdman e 12 anni schiavo. Tutti titoli che si sono poi portati a casa l’Oscar come Best Picture. E quale produzione meglio di Barbie rappresenta alla perfezione l’anno cinematografico che sta per concludersi?

Questo potrebbe essere, sulla carta delle possibilità, il percorso pre-Oscar del film-fenomeno con Margot Robbie e Ryan Gosling:
Golden Globe:
Miglior film commedia/musicale
Miglior sceneggiatura
Miglior attore non protagonista
Miglior canzone originale
SAG:
Miglior cast d’insieme
Miglior attore non protagonista
PGA:
Miglior produzione dell’anno
Prossima tappa…Oscar?


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