Seguici anche su:
Di Daniele Ambrosini
Luca Guadagnino, che ha diretto l’adattamento del romanzo Chiamami col tuo nome, è stato molto chiaro nel dichiarare la sua volontà di realizzare un secondo capitolo, ciò che fino ad ora era meno chiara era la posizione dell’autore del libro, André Aciman.
In una recente intervista a The Film Stage, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, lo sceneggiatore vincitore del premio Oscar per il film, James Ivory, aveva dichiarato di essere contrario alla realizzazione di un secondo film e che non voleva essere parte del progetto. Sempre nella stessa intervista, Ivory aveva affermato che anche Aciman fosse contrario all’idea. In assenza di dichiarazione da parte del diretto interessato, fino a questo momento era difficile capire se l’autore fosse effettivamente favorevole o contrario a realizzare un secondo capitolo di Chiamami col tuo nome.
A fare chiarezza è stato lo stesso Aciman che sul suo profilo twitter ha dichiarato: “Amerei davvero tanto un sequel di Chiamami col tuo nome. Infatti ne sto scrivendo uno“. Così facendo il romanziere ha tolto ogni dubbio sulla sua approvazione ad un eventuale seguito della storia di Elio e Oliver. Ciò che non è ancora certo, al momento, è se Aciman stia lavorando ad un secondo romanzo o se stia curando la sceneggiatura del film tanto voluto da Guadagnino.
Il regista italiano parlando del possibile sequel sulle pagine dell’Hollywood Reporter aveva dichiarato: “Alla fine del romanzo ci sono 40 pagine che vanno 20 anni nel futuro delle vite di Elio e Oliver, perciò c’è un qualche tipo di indicazione da parte dell’autore che la storia possa continuare. Credo che Chiamami col tuo nome possa essere il primo capitolo delle cronache della vita delle persone che abbiamo incontrato in questo film. E se il primo film è un racconto di formazione, forse il prossimo capitolo esplorerà qual è la posizione di un giovane uomo nel mondo, quali sono i suoi desideri e cosa è rimasto, un paio d’anni dopo, di quel vortice di emozioni che lo hanno reso chi è“.
Fonte: The Guardian
