La ragazza del punk innamorato – La recensione

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Di Simone Fabriziani

Non è facile incasellare il cinema libertino e prorompente di John Cameron Mitchell; non lo era fin dai suoi esordi dietro la macchina da presa con Hedwig – La diva con qualcosa in più (2001) e poi con il provocatorio e “scandaloso” Shortbus – Dove tutto è permesso (2006). Era quindi gioco forza che il materiale letterario da cui trae ispirazione How to Talk to Girls at Parties fosse pane per i denti di Mitchell.


“Come parlare alle ragazze alle feste” è un ironico racconto breve (meno di quindici pagine a dire il vero) scritto dal maestro del new fantasy britannico Neil Gaiman, a cui Mitchell infonde la sua tradizionale vena libertina, partorendo un lungometraggio folle ma allo stesso tempo accessibile destinato ma diventare un piccolo cult.
L’incontro tra il timido sognatore punk Enn (la giovane star di Broadway Alex Sharp) e la aliena in ricognizione sulla Terra per prelevare informazioni Zan (Elle Fanning) è solo la scusante narrativa per ricalibrare il racconto di Gaiman, farlo esplodere in mille pezzi sotto acido e rimescolarlo con la sensibilità post-moderna del regista americano. Vibrante inno al punk inglese degli anni ’70, ironica lettera d’amore ad un’epoca in cui la musica stava cambiando la società e il concetto stesso di sessualità, How to Talk to Girls at Parties è anche molto altro sotto il pur straordinario involucro fatto di musica, parrucche e giovani arrabbiati della rurale Inghilterra del 1977 in procinto di festeggiare il Giubileo della Regina Elisabetta II.

Il film di Mitchell è soprattutto un divertente spaccato antropologico con lente di ingrandimento privilegiata sulla società occidentale nel pieno della rivoluzione punk vista attraverso gli occhi candidi dell’aliena Zan, l’unica del suo gruppo di simili veramente capace di un gesto punk, un gesto portatore di una rivoluzione, una nuova consapevolezza sulla razza umana fino ad allora sconosciuta; la storia d’amore tra Enn e Zan è dunque il punto di incontro ideale per il confronto/scontro tra due civiltà opposte: chi non riuscirà ad evolversi, morirà. Chi vincerà la sfida antropologica?
In un cast di spalle capitanate dalle star televisive britanniche Ruth Wilson e Matt Lucas, la menzione d’onore spetta alla Boadicea di Nicole Kidman, erede spirituale di David Bowie e anima punk irresistibile. Che per noi è già cult.

VOTO: 8/10