Notti magiche – La recensione del nuovo film di Paolo Virzì

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Di Simone Fabriziani

Un noto produttore cinematografico viene trovato morto nelle acque del Tevere durante i mondiali di calcio del 1990. I principali sospettati dell’omicidio sono tre giovani aspiranti sceneggiatori. In una nottata al comando dei carabinieri viene ripercorso il loro viaggio trepidante, sentimentale ed ironico nello splendore e nelle miserie dell’ultima stagione gloriosa del cinema italiano. Dopo aver chiuso la Festa del Cinema di Roma, arriva nelle sale italiane a partire dall’8 novembre con 01 Distribution Notti magiche, il nuovo film del consolidatissimo regista toscano Paolo Virzì.


Dopo gli innumerevoli premi vinti per il commovente La pazza gioia e il debutto in lingua inglese dello scorso anno con Ella & John, Paolo Virzì torna nelle sale con il suo film forse più autobiografico e personale; andando però a pescare nei ricordi e nelle impressioni soggettive, il regista livornese dimentica di limare i profili psicologici dei tre protagonisti (i giovani Mauro Lamantia, Giovanni Toscano e Irene Vetere) a scapito di una fauna umana di fondo ben più grottescamente interessante delle tre storyline maggiori. Che la fase di scrittura sia stata poi co-gestita dalle ottime Francesca Piccolo e Francesca Archibugi è ancora più insondabile nel suo frammentario risultato finale.


Lontanissimo dalla forza narrativa nella costruzione di psicologie, dinamiche, ansie e inediti coming of age tutti all’italiana, Notti magiche tra la sua maggiore forza cinematografica nel lavorio di contorno, nella costruzione ironia ma maledettamente dettagliata di un focus storico, quello dell’inizio degli anni ’90, in cui l’industria del cinema italiano stava cambiando per sempre, quando i nuovi volti della scrittura per il grande e piccolo schermo stavano per soppiantare le polverose e pompose figure di spicco della settima arte nostrana, simboleggiata da un Federico Fellini definito agli inizi del decennio “bollito”.

Proprio nel brio della irresistibile volgarità e cialtroneria dell’industria cinematografica italiana ritratta da Virzì è dove si incontrano i volti e i momenti, seppur di sola cornice, migliori del frammentario film: icone del cinema e della tv italiana come Giancarlo Giannini, Roberto Herlitzka, Paolo Bonacelli, Andrea Roncato e Ornella Muti impreziosiscono e divertono Notti magiche, in definitiva il titolo più personale e sentito di Paolo Virzì, avvolto com’è da sensazioni e contesti autobiografici, ma senza dubbio il meno ferreo nel comparto della delineazione dei suoi giovani protagonisti.
VOTO: 6/10



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