Women Talking – La recensione del film candidato a 2 premi Oscar

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Di Simone Fabriziani

Un gruppo di donne si trova in una colonia religiosa mennonita in Bolivia, in un posto isolato e sperduto. Conciliare la loro fede con la triste realtà è difficile e richiede impegno quotidiano, perché nella stessa colonia invece gli uomini compiono senza scrupoli stupri e aggressioni sessuali nei confronti di tutte loro. Una situazione drammatica, che spingerà alcune donne della colonia a riunirsi in un capanno per decidere se affrontare la situazione con gli uomini usando la violenza, se fuggire oppure se rimanere lì, per il bene dei loro figli più piccoli.

Mercoledì 8 marzo, in tempo per la Giornata Internazionale delle Donne, arriva nelle sale italiane con Eagle Pictures Women Talking, il nuovo film scritto e diretto dall’attrice e cineasta canadese Sarah Polley (Lontano da lei, Stories We Tell). Il lungometraggio tutto al femminile (tra le produttrici, anche Frances McDormand, che nella pellicola si ritaglia un brevissimo ruolo, ma cruciale) è tratto dal romanzo omonimo di Miriam Toews, la cui impronta letteraria avvolge l’intero film della Polley con un impianto strettamente legato ad una messinscena squistamente teatrale e ai volti femminili che costituiscono il suo straordinario cast.

A dare un volto riconoscibile a Women Talking ci pensano quindi interpreti di grande spessore come  Rooney Mara, Jessie Buckley e Claire Foy, che portano avanti con grande dignità e senso di urgenza narrativa la programmaticità femminista sia del romanzo originario che dell’adattamento cinematografico curato dalla Polley. In un setting caratterizzato da una fotografia polverosa e desaturata, dove un mondo di colori sembra lontano dalle mire e dai desideri delle sue donne protagoniste, Women Talking si fa interessante quando analizza il potere e la cardinalità della religione cristiana nella società patriarcale ed eteronormativa occidentale.

Nel caso specifico, è la colonia mennonita in cui la donna viene braccata come fosse animale predatorio, abbassata ad oggetto di trastullo e null’altro dai membri di sesso maschile della comunità degli orrori; uno scenario che non si fa di certo fatica ad accostare ad uno di matrice e suggestioni bibliche: scegliendo di combattere oppure fuggire, le donne dell’ideale conclave tutto al femminile mettono in discussione la loro incrollabile fede religiosa, pur basata su solide e millenarie fondamenta di leggi e regole create dall’essere umano in nome di Dio, ma a sfavore di esse. Sconfessando quindi le stesse leggi che strutturano la loro fede religiosa, le donne della colonia boliviana scelgono infine la via del perdono e dell’amore, nonostante tutto.
Una stratificazione narrativa però che non rende del tutto giustizia al lavoro di scrittura e regia di Sarah Polley, che pare a tratti sacrificare le necessità della trasposizione cinematografica ai grandi temi femministi (e sacrosanti) del romanzo di Miriam Toews. Per questo motivo, alla fine di Women Talking, si ha più la sensazione di aver assistito ad un lungometraggio programmatico dalle nobili intenzioni di sensibilizzazione che ad un adattamento per il grande schermo. 
Seppur straordinariamente stimolante e teneramente umano (qui è il gran cast al femminile a fare la differenza), il nuovo film di Sarah Polley candidato a 2 premi Oscar risulta distante e talvota artificioso nei confronti dell’attenzione e la curiosità dello spettatore, mettendo quindi in scena un esempio di trasposizione filologicamente fedele e coerente alla fonte originaria, ma ben lungi dall’essere esperienza cinematografica indimenticabile. Peccato.

Women Talking arriva nelle sale italiane a partire da mercoledì 8 marzo con Eagle Pictures.

VOTO: ★★½


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